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Israele-Hamas. L'Europa fa i conti con l'antisemitismo. Che torna a crescere

Diego Motta giovedì 12 ottobre 2023

Manifestazione neonazista in Germania nei mesi scorsi

Il nervo scoperto dell’antisemitismo preoccupa l’Europa. L’offensiva terroristica di Hamas e la risposta di Israele rischiano di far ripiombare il Vecchio continente dentro i fantasmi del passato. Resta la Germania l’osservata speciale, ma anche in Francia e Gran Bretagna si sta assistendo a un peggioramento della situazione. Neppure i divieti delle autorità a manifestare fermano la risorgente ondata anti-ebraica.

Mercoledì sera a Berlino, nel quartiere di Neukolln, la polizia è intervenuta più volte per evitare assembramenti e cori antisemiti. Non sono mancate tensioni neppure a Colonia e a Leverkusen, dove si sono date fuoco o sono state strappate bandiere israeliane, mentre il Consiglio degli imam della capitale tedesca è dovuto intervenire ufficialmente per condannare le reazioni di esultanza della popolazione, dopo l’attacco terroristico di sabato. «L’omicidio, l’odio e la violenza non devono mai essere tollerati o applauditi» è stato sottolineato in una nota.

Ieri però sono state le massime autorità del Paese a intervenire. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha detto al Bundestag, il Parlamento teutonico, che «la nostra storia, la nostra responsabilità derivante dall’Olocausto, ci impone il dovere perenne di difendere l’esistenza e la sicurezza dello Stato di Israele». La logica conseguenza, per l’esecutivo tedesco, è la chiusura ad ogni organizzazione fondamentalista. «Il ministero federale degli Interni vieterà ad Hamas di operare in Germania» ha ribadito Scholz, che ha fatto riferimento proprio ai festeggiamenti di un’associazione denominata Samidoun, i cui componenti hanno festeggiato in strada i più brutali atti di terrore. Questa organizzazione «sarà vietata in Germania. La nostra legge sulle associazioni è una spada affilata e noi, in quanto Stato forte e di diritto, la useremo in questo caso».

Lo stop a manifestazioni di tipo antisemita è stato esteso anche in Francia, dove il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, ha vietato iniziative di piazza pro-palestinesi, evocando «facinorosi che turbano l’ordine pubblico». In un telegramma inviato ai prefetti, Darmanin ha ribadito che chi si renderà protagonista di manifestazioni del genere sarà oggetto di un fermo giudiziario.

Che l’antisemitismo strisciante rischi di accomunare i Paesi europei, lo dimostrano anche i dati in arrivo dalla Gran Bretagna: da sabato, giorno dell’offensiva stragista, gli episodi dimostrativi contro Israele e la comunità ebraica sono più che triplicati, secondo il Community Security Trust, un ente di beneficenza che aiuta gli ebrei nel Regno Unito.

L’organizzazione ha registrato 89 episodi di “odio antiebraico” dal 7 al 10 ottobre, segnando un aumento del 324% rispetto ai 21 episodi di antisemitismo registrati nello stesso periodo dell'anno scorso. L’episodio simbolo, indicativo del clima che si respira anche nella capitale londinese, è stato quello di una persona ebrea che camminava verso una sinagoga a Londra ed è stata chiamata «sporco ebreo» da uno sconosciuto. «Non c’è da stupirsi che veniate tutti violentati» avrebbe aggiunto poi. Il ministro della Sicurezza Tom Tugendhat si è detto «molto preoccupato» per queste notizie. Ieri sera due scuole elementari ebraiche a nord della metropoli hanno deciso la chiusura per ragioni di sicurezza dopo l'aumento degli atti di antisemitismo. Gli istituti hanno informato i genitori della sospensione delle lezioni fino a lunedì.

La stessa scelta è stata presa in Olanda, ad Amsterdam, «a tutela di bambini ed insegnanti» ha spiegato una nota di un’organizzazione ebraica cittadina. A Londra la decisione è arrivata dopo l’annuncio del governo di Rishi Sunak di un rafforzamento dei livelli di protezione per scuole ebraiche e sinagoghe del Regno Unito. Il rabbino Feldman, dell’istituto Torah Vodaas, ha affermato che sebbene non vi sia «nessuna minaccia specifica non è stata una decisione presa alla leggera».