Alta tensione. Kosovo, il comandante della Kfor Ristuccia è «profondamente preoccupato»
Il generale italiano Angelo Michele Ristuccia con il ministro degli Esteri Antonio Tajani
Il comandante della Forza Nato in Kosovo (Kfor), il generale italiano Angelo Michele Ristuccia, in un incontro oggi a Belgrado con il presidente serbo Aleksandar Vucic, ha espresso "profonda preoccupazione" per gli ultimi sviluppi della situazione nel nord del Kosovo. Come ha riferito Kfor in un comunicato, Ristuccia ha fatto riferimento agli scontri del 29 maggio scorso a Zvecan, nel corso dei quali numerosi militari della Nato sono rimasti feriti "in attacchi, non provocati, da parte di elementi criminali infiltratisi fra i dimostranti pacifici".
Successivamente, ha aggiunto il comunicato, il comandante della Kfor ha incontrato il capo di stato maggiore delle Forze armate serbe, generale Milan Mojsilovic, con il quale ha concordato sulla necessità di una de-escalation delle tensioni da parte di tutti. "La Kfor è pronta ad affrontare qualsiasi scenario e continua a monitorare la situazione sul terreno", si legge nel comunicato nel quale si aggiunge che la Forza Nato "continua a operare inparzialmente nell'ambito delle strette regole di ingaggio, adottando tutte le misure necessarie per attuare il suo mandato sulla base della risoluzione 1244 del consiglio di sicurezza Onu del 1999, al fine di garantire un ambiente sicuro e la libertà di movimento per tutte le comunità in Kosovo".
Il comandante Kfor, conclude il comunicato, "resta in stretto contatto con i suoi principali interlocutori, compresi i rappresentanti delle istituzioni e le organizzazioni preposte alla sicurezza in Kosovo, lo stato maggiore della Serbia, Eulex e con altri rappresentanti della comunità internazionale".
Intanto, ad accre4scere la tensione, ci ha pensato anche la Serbia. Ha arrestato tre poliziotti del Kosovo sul suo territorio, ma secondo Pristina si è trattato di un "rapimento all'interno dei suoi confini".
L'ultima fiammata tra le due parti segue settimane di tensioni, che nel loro picco hanno visto feriti nei disordini nel nord del Kosovo, 30 uomini della missione Nato Kfor, tra cui diversi italiani.
La Serbia sostiene che gli agenti fossero dotati di armi automatiche e in completo equipaggiamento militare con dispositivi Gps, mappe e altre attrezzature. "Questa banda terroristica è stata arrestata oggi alle 12:38 nel territorio della Serbia centrale nella zona del villaggio di Gnjilica nel comune di Raska", ha detto ai giornalisti Petar Petkovic, capo dell'ufficio del governo serbo per il Kosovo.
Gnjilica si trova a circa sei chilometri dal confine con il Kosovo. Un video pubblicato dalla polizia serba mostrava uomini mascherati che trascinavano via un gruppo di persone in manette.
Pristina ha respinto le accuse, affermando che il gruppo era stato rapito. La polizia in Kosovo ha detto che il gruppo apparteneva a un'unita' di pattugliamento di frontiera ed era scomparso dopo aver segnalato un'incursione di uomini mascherati e armati nell'area.
Il primo ministro del Kosovo, Albin Kurti, ha accusato la Serbia di aver rapito il gruppo, affermando che la mossa e' stata probabilmente una "vendetta" in seguito all'arresto di un presunto leader paramilitare serbo in Kosovo ieri. "L'ingresso delle forze serbe nel territorio del Kosovo è un'aggressione con obiettivo di escalation e destabilizzazione", ha affermato Kurti in una dichiarazione pubblicata sui social media.
Il premier ha denunciato che l'incidente è' avvenuto all'interno del territorio del Kosovo nel comune settentrionale di Leposavic. "Chiediamo l'immediato rilascio dei tre funzionari di polizia rapiti", ha aggiunto Kurti. Le tensioni sono aumentate tra i due nemici storici in seguito alla decisione di Pristina di insediare sindaci di etnia albanese in quattro comuni a maggioranza serba. I sindaci sono stati eletti in votazioni tenutesi ad aprile, boicottate dagli elettori di etnia serba.
L'episodio è stato l'ultimo di una lunga lista di incidenti che hanno sconvolto l'area da quando il Kosovo, a maggioranza albanese, ha dichiarato l'indipendenza dalla Serbia nel 2008, non riconosciuta da Belgrado e dai suoi principali alleati Cina e Russia.
La protesta di ieri a Mitrovica - Reuters
Alcune migliaia di persone hanno manifestato sempre oggi nel settore nord (serbo) di Kosovska Mitrovica per chiedere il rilascio di Milun Luneta Milenkovic, un serbo noto trainer di kikboxing, arrestato ieri dalla polizia kosovara con l'accusa di essere tra i responsabili e ideatori dei disordini e degli scontri del 29 maggio scorso a Zvecan. A organizzare la protesta sono stati i membri del locale club di kikboxing dove Milenkovic espleta la sua attività. Indossando le magliette sportive di tale centro sportico e mostrando coppe e medaglie conquistate in vari tornei, i dimostranti hanno scandito slogan a sostegno di Milenkovic e per la sua liberazione. 'Ridateci il nostro trainer', hanno ripetuto a gran voce.