Corea del Nord. Kim risfodera la minaccia nucleare contro gli Usa
Il leader nordcoreano Kim Jong-un
Chiusa la (breve) parentesi delle strette di mani (quella con l’allora presidente Usa Donald Trump, nel giugno del 2019, sembrava preludere a un duraturo processo di pacificazione), il dittatore nordcoreano Kim Jong-un torna a sciabolare la sua retorica muscolare. Battendo sul tasto delle armi nucleari, destinate, a suo dire, a crescere in “modo esponenziale”. La Corea del Nord, ha fatto sapere Kim, "raddoppierà le sue misure e gli sforzi per rendere tutte le forze armate, incluse quelle nucleari, in modo da essere pronta al combattimento" contro gli Usa e i suoi alleati, pur rivendicando per Pyongyang il ruolo di "stato nucleare responsabile". In un discorso per i 76 anni della fondazione della Repubblica democratica di Corea, Kim ha assicurato che il Paese "rafforzerà con costanza la sua forza nucleare in grado di far fronte pienamente a qualsiasi atto minaccioso imposto dai suoi Stati rivali dotati di armi nucleari”. Nel mirino gli Usa che costituiscono una "grave minaccia" per la sicurezza dello Stato.
Dopo una politica a "strappo", ambigua e pendolare, fatta di avvicinamenti repentini e altrettanto veloci azzardi (e ricatti), Kim ha definitivamente congedato la distensione verso Seul dal 2023. Nel gennaio 2024 ha dichiarato all'Assemblea popolare suprema del Paese che la Costituzione nordcoreana sarà rivista per escludere qualsiasi possibilità di un'unificazione pacifica con la Corea del Sud. Una mossa, secondo gli analisti, finalizzata a giustificare l’escalation nucleare.
Una minaccia reale. Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute il Paese avrebbe assemblato circa 50 testate. Ma disporrebbe di materiale fissile sufficiente per un totale di 90 testate. Si calcola la Corea del Nord spenda circa il 25-30 percento del suo Pil per la difesa. Al tempo stesso un rapporto pubblicato da Statistics Korea nel dicembre 2023 ha denunciato che "la produzione alimentare della Corea del Nord, inclusi riso e orzo, è diminuita del 4 per cento a 4,51 milioni di tonnellate nel 2022" e che anche le spedizioni di cibo dalla Cina sono scese da 500mila tonnellate di riso nel 2021 a 130.383 tonnellate nel 2022.