La guerra a Gaza. Assedio a Khan Yunis. «Hamas rifiuta la tregua di due mesi»
L’esercito ha intimato ai residenti palestinesi e agli sfollati di lasciare 6 aree di Khan Yunis: la città è praticamente circondata
Sono caduti nella peggiore imboscata dall’inizio della guerra. I 24 soldati israeliani uccisi in un solo giorno da Hamas sono il trofeo che gli estremisti cercavano per rilanciare gli attacchi e mettere sotto pressione i negoziatori. Nelle stesse ore almeno 195 palestinesi sono stati uccisi mentre l’esercito di Gerusalemme sta assediando Khan Yunis e l’intero sud della Striscia, facendo salire il bilancio delle vittime a 25.490, secondo i funzionari sanitari palestinesi.
Le Brigate Al-Qassam, ala militare di Hamas, hanno rivendicato l’attacco, spiegando che i primi 21 militari sono stati travolti dalle esplosioni e dai crolli di un edificio che avevano occupato. Altri tre sono stati uccisi a poca distanza nel corso di scontri ravvicinati. Israele ha dichiarato che gli obiettivi a Gaza sono immutati. «Abbiamo vissuto uno dei giorni più difficili dallo scoppio della guerra», ha dichiarato il portavoce dell’esercito Daniel Hagari.
Dalle monarchie del Golfo fino al Cairo si rincorrono voci di una possibile svolta negoziale. Israele, secondo fonti mai confermate, avrebbe offerto due mesi di tregua in cambio della liberazione di tutti gli ostaggi. Hamas, riferiscono fonti vicine ai mediatori cairoti, non sarebbe disposta a scendere sotto i tre mesi. Il Qatar ha confermato che gli sforzi per giungere a un nuovo accordo sono «in corso», ma Eylon Levy, portavoce del governo israeliano, ha risposto precisando ancora che «gli obiettivi della guerra sono rimasti invariati»: distruzione di Hamas e liberazione di tutti gli ostaggi.
Da Ramallah, il capoluogo politico della Cisgiordania, arriva però il primo messaggio ufficiale contro Hamas. Fino ad ora l’autorità palestinese (Anp) ha tenuto una posizione da molti definita ambigua. Ma ieri il quotidiano ufficiale dell’Anp Al-Hayat Al-Jadida con un editoriale ha rivolto dure critiche ad Hamas. Una presa di posizione netta che, osservano fonti diplomatiche europee, lasciano intendere come il presidente palestinese Abu Mazen voglia tornare a giocare un ruolo, forte della posizione espressa dagli Usa e dall’Europa, che chiedono di progettare un dopo-guerra assegnando all’Autorità nazionale palestinese un ruolo per la ricostruzione e il governo di Gaza. «Il dominio di Hamas a Gaza ha dato all’occupazione israeliana l’opportunità di fare esattamente ciò che voleva: prima di tutto – scrive il quotidano dell’Anp –, indebolire l’Autorità palestinese fornendo ad Hamas regolari aiuti finanziari e, in secondo luogo, distruggere tutto ciò che è stato raggiunto nella Striscia, in particolare gli elementi della sovranità palestinese, cioè l’aeroporto e il porto».
La strage dei soldati israeliani è avvenuta nel giorno in cui le Forze di Difesa di Gerusalemme (Idf) hanno lanciato la loro più grande operazione militare da un mese a questa parte. Lo scopo dichiarato è quello di impadronirsi di Khan Yunis, la principale città meridionale di Gaza, che ospita centinaia di migliaia di persone. I carri armati israeliani, che avanzano verso ovest in direzione del Mediterraneo, hanno chiuso anche la strada verso la costa. Poche ore prima erano stati lanciati volantini sui campi profughi e sui centri abitati. La popolazione civile è stata invitata a spostarsi sulla costa del Mediterraneo. Di fatto non avrebbero altra via di fuga. Neanche Rafah, sul confine con l’Egitto, è raggiungibile.
All’Ospedale Europeo di Khan Yunis, dove operano i team d’emergenza con personale internazionale della Croce Rossa, ieri i feriti sono stati portati a dorso d’asino. «Il personale, i pazienti e gli sfollati, terrorizzati, sono ora intrappolati all’interno dei pochi ospedali rimasti rimasti a Khan Yunis – denuncia Philippe Lazzarini, capo dell’agenzia umanitaria Onu per la Palestina, Unrwa –, mentre continuano i pesanti combattimenti».