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ISTRUZIONE . Kenya, mancano le scuole 100mila studenti restano a casa

giovedì 7 marzo 2013

​Quando alla fine di gennaio 2013 sono stati resi noti i risultati del Certificato keniano di educazione primaria (Kcpe, il test che apre le porte all'istuzione secondaria), per circa 722mila famiglie è stato un momento di festa. Quel test, dava ai loro figli la possibilità di continuare gli studi e sperare così di potersi costruire un futuro migliore.  Per molti studenti, però, i problemi sono iniziati con la selezione per l'accesso alla scuola superiore. Degli 840mila candidati, che hanno sostenuto l’esame di scuola primaria, infatti, almeno 118mila non sono stati ammessi alla scuola superiore. Molti di loro non avevano ottenuto un punteggio sufficiente ma una buona parte degli aspiranti studenti non ha potuto continuare gli studi a causa della mancanza di aule e strutture scolastiche. Al governo del presidente Mwai Kibaki, salito al potere per la prima volta nel 2002, è stato riconosciuto il merito di aver introdutto l’educazione primaria gratuita, cosa che ha fatto  aumentare di 3 milioni gli iscritti a scuola. Ma l’ampliamento delle strutture scolastiche non è stata commisurata al crescente numero di studenti, portando a un sovraffollamento delle scuole pubbliche. A ciò si aggiunga il basso rapporto studenti-insegnanti e ecco che si ottiene una perfetta ricetta per il caos. La maggior parte dei candidati che non sono riusciti a entrare nelle scuole superiori hanno raggiunto un punteggio inferiore alla media. Ma anche i candidati che si sono qualificati, non hanno potuto farlo a causa del numero limitato di posti disponibili '«Siamo consapevoli delle difficoltà e stiamo facendo del nostro meglio per istituire un numero maggiore di scuole secondarie per ospitare il crescente numero di studenti che si iscrivono», ha affermato il ministro per l’Educazione di base Mutula Kilonzo mentre rendeva noti i risultati. Oltre alle strutture scolastiche limitate, alcuni candidati non si sono iscritti alla scuola secondaria a causa di mancanza di denaro per pagare le tasse scolastiche. Che sono cresciute di anno in anno, nonostante le proteste dei genitori. La maggior parte delle scuole secondarie riconosciute attualmente fa pagare una media di 1.200 euro all’anno, molto al di sopra delle possibilità economiche della maggior parte delle famiglie ordinarie. Di conseguenza, i bambini provenienti dagli ambienti più poveri spesso restano fuori dall’educazione scolastica dopo aver terminato l’educazione primaria.