L'aviazione keniana ha bombardato le
basi dei militanti di al-Shabab dopo la strage nel campus
universitario di Garissa in Kenya che ha provocato la morte di
quasi 150 persone. Lo riferisce la Bbc online.
Le forze keniane hanno colpito in
particolare due campi degli al-shabaab, ha detto un portavoce
delle forze militari, secondo quanto riferisce il Guardian. I
jet hanno bombardato i campi di Gondodowe e Ismail, entrambi
nella regione a confine con il Kenya. Nuvole di fumo provocate
dalle bombe rende difficile stabilire i danni dopo l'attacco o
fare una stima del numero di morti. "Abbiamo colpito due zone in
quanto secondo le informazioni in nostro possesso, è da lì che
provengono i miliziani che attaccano il Kenya", ha aggiunto.
Sotto accusa la polizia keniana
che attese sette ore prima di intervenire, inviando una unità
delle forze speciali, all'università di Garissa attaccata
dagli estremisti islamici somali shabaab. Lo scrive il
quotidiano keniano
Daily Nation che riferisce come le unità
speciali, una volta sul posto, impiegarono solo trenta minuti
per uccidere i fondamentalisti.
In Kenya è stata una Pasqua di dolore. Ieri, primo dei tre
giorni di lutto proclamati dal governo per la strage
all'Università di Garissa, numerosi fedeli di diverse
religioni hanno affollato i luoghi sacri del Paese per pregare
insieme per le 148 persone, la maggior parte studenti,
trucidate dai miliziani islamici somali shebaab.
Purtroppo tantissimi mancano all'appello: circa 200 persone
hanno atteso fuori dall'obitorio di Nairobi nella speranza di
ricevere notizie dei loro cari che risultano ancora dispersi.
L'identificazione dei cadaveri è difficile in quanto i corpi
hanno la testa deformata per via dell'esecuzione brutale alla
nuca da parte dei terroristi. In molti sperano negli elenchi
dei sopravissuti che di volta in volta vengono aggiornati
quando si riescono a trovare gli studenti scampati alla morte,
molti di loro sono riusciti a fuggire nei villaggi vicini.
Identificato uno dei quattro terroristi. Le autorità del Kenya hanno identificato uno dei combattenti di al-Shabab che hanno massacrato 148 persone nell'università di Garissa. È il figlio di un ufficiale del governo, ha fatto sapere il ministero dell'Interno. Si chiamava Abdirahim Abdullahi ed era tra i quattro estremisti del gruppo islamista somalo che hanno attaccato gli studenti, uccidendoli sulla base della loro fede Un ufficiale di Garissa ha spiegato che il governo sapeva che Abdullahi, ex studente di legge all'università di Nairobi, si era unito ad al-Shabab dopo la laurea conseguita nel 2013. "Era uno studente brillante, ma poi si è legato a quelle folli idee", ha dichiarato l'ufficiale.
Folla nelle chiese per il primo dei tre giorni di lutto. Numerosi fedeli di diverse
religioni hanno affollato i luoghi sacri in Kenya nel primo dei
tre giorni di lutto proclamati dal governo per la strage
all'università di Garissa, in cui i miliziani islamici somali
shebaab hanno ucciso 148 persone, quasi tutti studenti.
"Il ricordo dei terribili eventi di Garissa è ancora
fresco nella nostra memoria, ma oggi è un giorno di una nuova
speranza", ha affermato l'arcivescovo anglicano Eliud Wabukala
nella sua omelia durante la celebrazione nella cattedrale di
Nairobi, risidamente sorvegliata all'esterno dai soldati
governativi. "Questi terroristi vogliono dividere la nostra
società ma noi li avvertiamo dicendo: non vincerete mai".
Anche l'imam Hassan Ole Naado, vicecapo del Consiglio
supremo dei musulmani del Kenya, ha espresso il suo cordoglio.
"Il Kenya è in guerra e noi dobbiamo stare uniti", ha
affermato, annunciando che la sua organizzazione sta
contribuendo alla raccolta di fondi per i funerali delle
vittime della strage. "Siamo profondamente colpiti dalla
perdita di vite così giovani, la milizia Shebaab vuole creare
un conflitto religioso"., ha aggiunto.