Il Papa "condanna questo atto di brutalità senza senso e prega per un cambiamento del cuore di chi lo ha perpetrato. Profondamente rattristato dalla immensa e tragica perdita di vite", il Papa prega per le vittime e i loro cari. Lo si legge in un telegramma al cardinale John Njue, presidente della conferenza episcopale del Kenya, inviato dal cardinale Parolin a nome di papa Bergoglio. Il Papa - prosegue il messaggio - "raccomanda le anime dei defunti alla infinita misericordia di Dio Onnipotente, e prega perché tutti coloro che sono nel lutto vengano confortati nella loro perdita. In unione con tutte le persone di buona volontà in ogni parte del mondo - si legge ancora nel messaggio di papa Bergoglio - Sua Santità condanna questo atto di brutalità senza senso e prega per un cambiamento del cuore di coloro che lo hanno perpetrato. Egli chiede anche - aggiunge il testo - a tutte le autorità di raddoppiare gli sforzi e lavorare con tutti gli uomini e le donne in Kenya per porre fine a una tale violenza e odio, verso l'alba di una nuova era di fraternità, giustizia e pace". Purtroppo però gli shabaab non mostrano segni di cedimento: "Il Kenya vivrà altri attacchi mortali. Non ci sarà alcun luogo sicuro per i kenyoti, fintanto che il Paese manterrà le sue truppe in Somalia", ha detto in una dichiarazione alla radio al Andalus, legata al gruppo, il portavoce degli al-Shabab, Ali Mohamud Rage. Il riferimento è al coinvolgimento dei militari di Nairobi nella missione dell'Unione Africana dispiegata in Somalia a sostegno del governo e per la sicurezza e la stabilità del Paese. Il Kenya non si lascerà "intimidire dai terroristi". Lo ha dichiarato il ministro dell'Interno Joseph Nkaissery all'indomani dell'attacco all'università di Garissa da parte degli qaedisti somali Shebaab, in cui sono morte 147 persone. "Il governo keniano non si lascerà intimidire dai terroristi che hanno scelto di uccidere vittime innocenti per umiliare il governo", ha affermato il ministro ai giornalisti presenti a Garissa. "Il governo è determinato a combattere i terroristi", ha aggiunto Nkaissery confidando nella capacità del Paese di "vincere questa guerra contro i nostri nemici".L'attacco di ieri all'università di Garissa è il più sanguinoso dopo l'attentato all'ambasciata americana di Nairobi nel 1998 da al Qaeda, in cui morirono 213 persone. L'assaltoPotrebbero essere alcune centinaia i giovani cristiani ancora nelle mani dei miliziani islamici di al-Shabaab che giovedì all'alba hanno fatto irruzione in un college universitario di Garissa, nell'est del Kenya, a 140 chilometri dal confine somalo.
Al termine delle operazioni di polizia, 16 ore dopo l'assalto, le vittime sono 147, tra cui 2 guardie. Una ottantina i feriti. Quattro degli assalitori sarebbero stati uccisi dalle forze di sicurezza keniane.
Un tweet del ministro dell'Interno Joseph Nkaissery dà numeri da brivido: a fine mattinata si erano contati solo 292 degli 815 studenti che al momento dell'assalto si presume fossero all'interno del complesso. Sarebbero circa 500 gli studenti mancanti all'appello. Fuggiti senza dare notizie oppure ostaggio dei terroristi? Di certo c'è che nel primo pomeriggio i miliziani si trovavano ancora nel complesso e affermavano di avere in mano solo "studenti cristiani" dopo avere "rilasciato i musulmani".
OSTAGGI DECAPITATI. Numerosi studenti, ostaggio degli
al-Shabab nell'attacco al campus universitario di Garissa, in Kenya,
sarebbero stati decapitati. Lo hanno riferito alcuni sopravvissuti che
sono riusciti a fuggire citati dalla rete all news sudafricana
'News24'. "Abbiamo visto molti corpi senza testa mentre fuggivamo,
hanno ucciso molte persone", ha detto ancora scossa Winnie Njeri, una
delle studentesse tratta in salva delle truppe di difesa di Nairobi. Anche Omar Ibrahim, un altro studente dell'università,
ha raccontato che diversi corpi sono stati gravemente sfigurati dagli
aggressori. "Ero in un gruppo che è stato salvato dalle truppe kenyote
(Kdf) poco dopo l'una. Abbiamo visto molti corpi, alcuni non avevano
la testa. Non so come qualcuno possa fare una cosa del genere", ha
detto sconvolto.
L'IRRUZIONE ALL'ALBASecondo testimoni, oltre 10 miliziani con indosso divise tipo militare hanno fatto irruzione nel campus all'alba sparando all'impazzata, mentre la maggior parte degli studenti stava dormendo. I militanti sono arrivati da una vicina moschea, hanno ucciso due guardie e si sono poi recati negli alloggi. Quattro poliziotti che si trovavano sul posto sono intervenuti e uno è rimasto ferito.
"Abbiamo sentito degli spari, stavamo dormendo, erano circa le 5 del mattino e i ragazzi hanno iniziato a scappare per salvarsi", ha raccontato a Reuters TV uno studente rimasto anonimo. La Croce rossa ha riferito che 50 studenti sono stati liberati, mentre alcuni sono riusciti a fuggire.
Esercito e polizia sono poi riusciti a evacuare tre delle quattro residenze universitarie, ma i terroristi sono rimasti a lungo asserragliati nel quarto dormitorio con un certo numero ostaggi.
La notizia sul sito del quotidiano keniota "Daily Nation""Stiamo cercando di evitare vittime ed è per questo che ci muoviamo lentamente, ma con sicurezza per salvare gli ostaggi", ha affermato il ministro Nkaissery. Un uomo è stato fermato mentre stava cercando di fuggire dal luogo dell'assaltoL'ambasciata americana a Nairobi, che il mese scorso aveva avvisatodel rischio di possibili nuovi attacchi terroristici, ha espresso su Twitter le proprie condoglianze per le vittime dell'attacco nell'università, che è stata fondata nel 2011 ed è l'unica della regione.
LA RIVENDICAZIONE. L'attacco è stato rivendicato dai terroristi somali al-Shabaab che dichiarano: «Abbiamo ostaggi cristiani». I miliziani sostengono anche di avere rilasciato i musulmani e ucciso o tenuto in ostaggio i cristiani, secondo una pratica di "selezione" già messa in atto due volte negli ultimi 4 mesi.LA TAGLIA. La polizia ha offerto una taglia di 220mila dollari per Mohammed Mohamud, conosciuto anche come Dulyadin e Gamadhere, che è ritenuto la mente dell'attacco.
I PRECEDENTI. Il gruppo terrorista islamico somalo al-Shabaab già in passato aveva sferrato attacchi a Garissa e in altre parti del Kenya per rappresaglia contro la partecipazione delle truppe keniote al contingente dell'Unione Africana che combatte i miliziani islamici in Somalia. Il principale e più sanguinoso attacco è stato quello nel centro commerciale di Nairobi del settembre del 2013 in cui rimasero uccise 67 persone.
Nel 2012 alcune chiese di Garissa, compresa la cattedrale cattolica, erano finite nel mirino del gruppo terroristico islamico.