Come aveva annunciato, Radovan Karadzic non si è presentato in aula di fronte ai giudici del Tribunale penale internazionale per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia all'Aja che lo dovrà giudicare per i crimini di guerra e contro l'umanità, compreso il genocidio, commessi durante il conflitto in Bosnia tra il 1992 ed il 1995. L'ex leader politico dei serbi di Bosnia, che ha deciso di difendersi da solo, ha boicottato l'apertura del procedimento sostenendo di non aver avuto sufficiente tempo per organizzare la sua difesa, come ha spiegato in una lettera inviata alla corte venerdì. I procuratori Alan Tieger e Hildehard Uertz-Retzlaff hanno chiesto allacorte presieduta dal giudice sud coreano Kwon O Gon di andare avanti con il processo nominado un avvocato d'ufficio per l'imputato. Ascoltata la richiesta dei pubblici ministeri, il giudice, dopo appena 15 minuti, ha aggiornato l'udienza. Ora i giudici dovranno decidere come procedere."Prendo atto del fatto che Mr Karadzic non è presente" ha dichiarato il giudice Kwon ÒGon in apertura dell'udienza chiedendogli di presentarsi domani, quando i procuratori inizieranno a presentare l'atto di accusa nei confronti dell'ex leader dei serbi di Bosnia. Il giudice ha poi ricordato che che l'imputato, avendo sceltodi difendersi da solo, avrà avuto la possibilità di rivolgersi alla corte una volta terminata la presentazione dei capi d'accusa a suo carico. Ma se continuerà a rifiutarsi di presentarsi in aula, perderà il suo diritto ad interrogare i testimoni, ha specificato ancora la corte, continuando a ricevere le trascrizioni delle udienzecontinuando così ad aessere informato. La parola è passata poi al pubblico ministero, Hildegard Uertz-Retzlaff, che ha chiesto alla corte di ammonire ufficialmente Karadzic per il suo tentativo di impedire lo svolgimento del processo. Se l'imputato non dovesse presentarsi ancora in aula, ha concluso, la corte dovrà nominare unavvocato d'ufficio.Se Karadzic non si presenterà ancora domani, come sembra probabile, all'udienza ilgiudice e la corte dovranno prendere una decisione dal momento che lo statuto del tribunale richiede la presenza dell'imputato come una delle garanzie di un giusto processo.
Il dolore delle madri di Srebrenica. Intanto i parenti delle vittime del massacro di Srebrenica non si danno pace e, davanti al rinvio del processo a carico dell'ex leader dei serbi di Bosnia Radovan Karadzic, gridano il proprio dolore per una giustizia che tarda ad arrivare. "È come se fossero stati uccisi di nuovo", ha detto Munira Subasic, una delle madri di Srebrenica che ha perso i propri cari nel massacro del 1995 di cui Karadzic è accusato e in cui vennero uccisi migliaia di musulmani bosniaci da parte delle truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladic. "Non vogliamo che Karadzic controlli più le nostre vite", ha detto la donna ai giornalisti davanti al Tribunalepenale internazionale dell'Aja. "Vogliamo che Karadzic sia giudicato", ha aggiunto Bakira Hasecic, una donna che ha detto di esser stata stuprata numerose volte durante la guerra.Oltre 100 madri, nel corso della mattinata, hanno protestato davanti alla corte mostrando le foto dei propri figli uccisi a Srebrenica: "La vergogna dell'Europa!Genocidio: 8.106 vittime a Srebrenica nel 1995". "Sto aspettando che giustizia sia fatta e Karadzic venga punito", ha detto Mejra Cakanovic, un'altra donna presente alla manifestazione che ha raccontato all'Afp di aver perso tre figli (di 21, 25 e 29 anni) e il marito. "In teoria, se il tribunale funzionasse correttamente - ha aggiunto - Karadzic dovrebbe trascorrere il resto della sua vita in galera". "Ma lui è vivo e i miei bambini sono morti", ha continuato riferendosi all'ex leader dei serbi di Bosnia. Karadzic, 64 anni, dovrà rispondere a ben 11 capi di accusa tra cui quelli di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità per il coinvolgimento nella guerra di Bosnia del 1992-95, che causò 100.000 morti e circa 2.2milioni di sfollati. Il processo, iniziato stamane in sua assenza al Tribunale penale internazionale dell'Aja, è stato aggiornato a domani.