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TERRORISMO. Pakistan, scontri a Karachi: 46 morti e 123 feriti

martedì 3 agosto 2010
Migliaia di militanti politici in collera hanno invaso  oggi le strade di Karachi, la principale città commerciale e  finanziaria del Pakistan, uccidendo 46 persone, terrorizzando la  popolazione e causando gravissimi danni materiali, il tutto per  vendicare l'uccisione ieri di Raza Heider, deputato del Partito Muttahida Quami Movement (Mqm) nel Parlamento della provincia  meridionale di Sindh.La drammatica giornata in cui Heider è stato sepolto ha  ulteriormente aggravato lo stato di emergenza esistente in  Pakistan, dove l'inclemenza degli elementi atmosferici ha  investito molte province, con un bilancio di 1.500 morti e, ha  assicurato l'Unicef a Ginevra, almeno 3,2 milioni di persone  danneggiate, di cui 1,4 milioni bambini.Il governo del premier Yusuf Raza Gilani ha mobilitato Protezione civile, polizia ed esercito, ma la mole di problemi a cui fare fronte è tale che, sostengono le organizzazioni  umanitarie, è necessario un intervento immediato della  comunità internazionale.E come se non bastasse, sono vive le polemiche per il fatto che di fronte ad una situazione così tesa, il presidente Asif Ali Zardari ha continuato il suo viaggio in Europa occidentale  (Parigi e poi Londra), con una decisione che non è stata  apprezzata dai partiti di opposizione pachistani e perfino da  alcuni parlamentari britannici di origine pachistana.Nonostante gli appelli alla calma, i sostenitori del Mqm si sono riversati nelle strade fin dal mattino, decisi a "vendicare" l'uccisione all'uscita da una moschea del loro  leader, attribuita dal ministro dell'Interno, Rehman Malik,  all'azione di due movimenti fuorilegge: Sipah-e-Sahaba,  Tehrik-e-Taliban Pakistan e Lashkar-e-Jhangvi.Al riguardo il capo della polizia di Karachi, Wasim Ahmad, ha annunciato che sono stati effettuati numerosi arresti di persone sospettate di aver architettato l'assassinio di Heider.Nonostante questo, organizzati in commando di decine di persone con il volto coperto con in pugno armi da fuoco e bastoni, i militanti del Mqm hanno messo a ferro e a fuoco in vari quartieri, incendiando decine di veicoli, fra cui molti autobus, negozi e stazioni di servizio, e non esitando a sparare contro chiunque tentasse di ostacolarli.    Prevedendo il peggio il governo ha inviato a Karachi un  contingente di agenti anti-sommossa, ma ciò non ha impedito  alle bande armate di terrorizzare la popolazione per far  rispettare la giornata di sciopero e di sospensione di ogni attività indetta dal Mqm, e di firmare un bilancio di 46 morti e 123 feriti.