L'allerta. Israele è in stato di massima
allerta, nel tentativo di fermare l'escalation di attentati dei
palestinesi che hanno conquistato l'interno del Paese e mettono a
rischio gli sforzi apparenti di entrambe le parti per riportare
una parvenza di calma.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha rivolto un
appello agli israeliani a restare "in stato di massima allerta"
di fronte al rischio attentati, pur invitandoli a mantenere
"sangue freddo".
Appello che non tutti hanno ascoltato.
Oggi un israeliano è
stato gravemente ferito in una nuova aggressione con un coltello
compiuta a Gerusalemme. Lo ha indicato la polizia in un
comunicato, precisando che il responsabile dell'attacco - "un
terrorista arabo" - è stato arrestato. Un altro israeliano di 25 anni è stato seriamente ferito a coltellate nell'insediamento di Kiryat Arba in Cisgiordania. L'aggressore è riuscito a fuggire e si sarebbe diretto verso Hebron. Infine quattro persone sono state ferite a Tel Aviv da un palestinese armato di cacciavite, che è stato ucciso.
Da parte loro, i deputati arabi del parlamento israeliano -
solidali con i palestinesi - hanno deciso di sfidare il divieto
deciso dal primo ministro nei confronti dei parlamentari di
recarsi sulla spianata delle Moschee. Decisione "insensata e
illegale", ha giudicato il deputato arabo Ahmad Tibi.
"Domani(venerdì), saremo tutti alla moschea al Aqsa, perchè è la
nostra moschea", ha annunciato.
Netanyahu ha preso questa decisione eccezionale di fronte al
diffondersi delle violenze che scuotono Gerusalemme e la
Cisgiordania da una settimana, portando a paragoni con l'intifada
del 1987 e del 2000.