Se il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, 65 anni, riuscirà a farsi rieleggere per il terzo mandato consecutivo (il quarto non consecutivo da premier) batterà il record del fondatore e primo capo di governo dello Stato ebraico, David Ben Gurion.
Gli studi negli Usa e gli anni nell'esercito. Nato a Tel Aviv, Benjamin è figlio dello storico Benzion Netanyahu, membro del Partito revisionista sionista, sostenitore dell'idea del "Grande Israele", che doveva estendersi tra il Mediterraneo a ovest e il fiume Giordano a est. Quando era adolescente, la sua famiglia si trasferì per alcuni anni negli Stati Uniti. Dopo aver finito la scuola superiore Netanyahu tornò in Israele e si arruolò nell'esercito. Successivamente ritornò negli Usa, dove si laureò in architettura e business al Massachusetts Institute of Technology, e in scienze politiche all'università di Harvard. Dopo la laurea lavorò per Boston Consulting Group e per un certo periodo fu collega dell'ex candidato repubblicano alla Casa Bianca, Mitt Romney.La morte del fratello e la strada della politica. Nel 1976 suo fratello Jonathan fu ucciso mentre comandava un'unità delle forze speciali durante un'operazione di salvataggio di ostaggi israeliani in Uganda. Dopo la morte del fratello, Netanyahu divenne sempre più coinvolto nella politica. Tra il 1982 e il 1984 lavorò nell'ambasciata di Israele a Washington, mentre dal 1984 al 1988 fu ambasciatore dello Stato ebraico alle Nazioni unite. In quel periodo scrisse alcuni libri sul terrorismo e su un futuro conflitto tra Israele e l'Iran.
Il 1° mandato da premier nel 1996 e la questione palestinese. Alla fine degli anni '80 divenne membro del partito Likud e successivamente si oppose con forza agli accordi di Oslo, che sancirono la creazione dell'Autorità nazionale palestinese. Nel 1996 Netanyahu fu eletto premier per la prima volta, sconfiggendo Shimon Peres, l'ex presidente e leader del Partito laburista. Sebbene sostenesse la linea dura con i palestinesi, nel 1998 negoziò con l'Anp e firmò il Memorandum di Wye River, per l'attuazione del precedente accordo ad interim del 1995. Netanyahu dichiarò allora le sue linee rosse: no al ritiro dalle alture del Golan occupate da Israele nel 1967, nessun cambiamento nello status di Gerusalemme e no ai negoziati con condizioni prestabilite.Il 2° mandato dal 2009 e la questione dell'Iran. Dopo un breve ritiro dalla vita politica, nel 2003 divenne ministro delle Finanze nel governo di Ariel Sharon. Fu criticato per aver tagliato le sovvenzioni alle famiglie a basso reddito, per aver esteso le privatizzazioni e per avere adottato riforme a favore della liberalizzazione. Nel 2005 lasciò il governo di Sharon a seguito del piano di disimpegno israeliano dalla Striscia di Gaza. Fu leader dell'opposizione fino al 2009, quando fu eletto per sostituire Ehud Olmert, accusato di corruzione. Nel suo secondo mandato da premier tra il 2009 e il 2013 si concentrò principalmente sulla questione dell'Iran, mettendo in evidenza i rischi che una Repubblica Islamica dotata di armi nucleari avrebbe costituito per Israele.
La sospensione dei negoziati con i palestinesi nel 2014. Nell'aprile del 2014, dopo la creazione del governo di unità palestinese composto da al-Fatah e Hamas, il governo Netanyahu ha sospeso gli ultimi negoziati con i palestinesi, che erano cominciati a luglio del 2013. Di seguito il premier ha assunto una posizione dura nei confronti dell'Anp, accusando il governo del presidente Mahmoud Abbas di aver incitato attacchi contro gli israeliani.Il 3° mandato e la guerra a Gaza. Nel suo terzo mandato da premier, iniziato nel 2013, Netanyahu ha ridotto la cooperazione fra Israele e l'Anp, e ha promosso una legge che definisce Israele "lo Stato della nazione ebraica". Nell'estate 2014 il suo governo ha condotto nella Striscia di Gaza un'operazione durata 50 giorni, denominata Margine Protettivo, in cui hanno perso la vita più di 2.200 palestinesi e oltre 72 israeliani, perlopiù soldati.