Medio Oriente. Il Papa: prego e spero. Israele nega il visto a funzionari Onu
Soccorritori estraggono una ragazzina ferita e un uomo delle macerie di un supermercato nel campo profughi di Khan Younis, Striscia di Gaza meridionale, oggi 25 ottobre
«Penso sempre alla grave situazione in Palestina e in Israele. Incoraggio il rilascio degli ostaggi e l'ingresso di aiuti umanitari a Gaza». Papa Francesco ha rinnovato il suo pressante appello stamani al termine dell'udienza generale. «Continuo a pregare per chi soffre, a sperare in percorsi di pace in Medio Oriente, nella martoriata Ucraina e nelle altre regioni martoriate dalla guerra», ha detto ricordando che dopodomani, venerdì 27 ottobre, «vivremo una giornata di digiuno, preghiera e penitenza; alle 18 in San Pietro ci raduneremo in preghiera per implorare la pace nel mondo».
Stamani un convoglio di 20 camion è entrato nella Striscia di Gaza dal valico egiziano di Rafah portando medicinali, latte in polvere e acqua. Su richiesta israeliana, tutti i carichi vengono controllati a el-Aouga, il valico commerciale tra Egitto e Israele circa 70 chilometri a sud di Rafah. Da sabato sono 74 i carichi consegnati nella Striscia alla Mezzaluna Rossa e all'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa).
E' questo l'unico segnale di speranza, in una situazione sempre più drammatica sul terreno e complessa per la diplomazia. Ultima difficoltà, in ordine di tempo, la querelle che contrappone Israele e le Nazioni Unite. L'ambasciatore israeliano al Palazzo di Vetro, Gilad Erdan, ha annunciato che Tel Aviv negherà il visto di ingresso a funzionari Onu dopo che ieri il segretario generale Antonio Guterres aveva detto che «Hamas non nasce dal nulla». «Del resto - ha spiegato Erdan alla Radio Militare - abbiamo già rifiutato il visto al sottosegretario per gli affari umanitari Martin Griffiths. E' arrivato il tempo di dare loro una lezione».
Sullo scacchiere internazionale ci sono da registrare da un lato la mossa del Qatar, che per i suoi negoziati per il rilascio dei 222 ostaggi israeliani nelle mani di Hamas si è guadagnato il compiacimento di Tel Aviv invece della solita accusa di finanziare i terroristi, e dall'altro quella della Turchia con il presidente Erdogan che, cancellando la prevista visita in Israele, ha definito i miliziani di Hamas «dei liberatori della loro terra». Una dichiarazione che non aiuta a perseguire quel «cessate il fuoco» che pure Erdogan ha invocato auspicando una «conferenza di pace tra Israele e Palestina».
Secca la reazione di Israele, che attraverso il portavoce del ministero degli Esteri «respinge pienamente le parole del presidente turco». E replica: «Hamas è una spregevole organizzazione terroristica peggiore dell'Isis che uccide brutalmente e intenzionalmente neonati, bambini, donne e anziani, prende in ostaggio civili e usa la propria gente come scudi umani».
Ucciso un comandante militare di Hamas. Raid sulla Siria
Sul terreno proseguono gli attacchi da entrambe le parti. Nella Striscia di Gaza i raid della notte hanno ucciso decine di persone in diverse zone e hanno causato centinaia di feriti. Israele ha fatto sapere di aver colpito più di 700 obiettivi a Gaza negli ultimi due giorni. Il Ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, afferma di aver registrato ieri il più alto numero di morti in un solo giorno di guerra: almeno 704.
Il bilancio delle vittime nella Striscia sale così a 6.546 morti, di cui 2.704 bambini, e oltre 17.439 feriti. Il dato non è verificabile da fonte indipendente.
L'esercito israeliano ha riferito di aver ucciso il comandante di Hamas del Battaglione Nord di Kahn Younis, Taysir Mubasher. Mubasher, ricorda l'esercito, ha avuto «una vasta esperienza nelle forze armate di Hamas come comandante e ha diretto attacchi terroristici». Inoltre è un parente di alti dirigenti tra cui Mohammed Deif, il comandante supremo dell'ala militare Brigate al-Qassam.
Attacchi israeliani hanno colpito anche il sud della Siria, da dove ieri erano partiti colpi: 8 soldati sono stati uccisi e 7 feriti. I raid avrebbero distrutto magazzini di armi e un radar antiaereo. Presa di mira anche una compagnia dell'esercito siriano di stanza vicino alle alture di Golan. Damasco denuncia bombardamenti israeliani sull'aeroporto internazionale di Aleppo, con danni pesanti alle piste.
A Beirut vertice di Hezbollah, Hamas e Jihad islamica
Si è tenuto a Beirut, in Libano, un vertice tra alti rappresentanti di Hezbollah, Hamas e Jihad islamica. Lo riferisce la tv al Manar di Hezbollah, il partito armato libanese filo-iraniano. L'emittente mostra le immagini dell'incontro tra il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, il vice capo di Hamas Saleh Aruri, e il capo della Jihad islamica Ziad Nakhale. Obiettivo del summit sarebbe la strategia «per la vittoria a Gaza e in Palestina».
Guterres: scioccato, il dolore palestinese non giustifica Hamas
«Sono scioccato da come le mie affermazioni di ieri sono state interpretate da alcuni, come se io stessi giustificando il terrore di Hamas. Questo è falso. Era l'opposto» ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. «Il dolore del popolo palestinese non può giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas», ha ribadito.
Davanti a un Consiglio di sicurezza ancora diviso, Guterres ieri aveva denunciato le «chiare violazioni» del diritto umanitario a Gaza e chiesto un «cessate il fuoco umanitario immediato»: «Cerchiamo di essere chiari: nessuna parte in un conflitto armato è al di sopra del diritto umanitario internazionale». «Signor Segretario generale, in che mondo vive?», aveva risposto il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen. «Come puoi stipulare un accordo di cessate il fuoco con qualcuno che ha giurato di distruggerti?».
Macron è in Giordania
Il presidente francese Emmanuel Macron prosegue oggi il viaggio ad Amman volto a scongiurare un'escalation militare e a rilanciare il «processo di pace» per la creazione di uno Stato palestinese. Dopo una prima tappa ieri in Israele, dove ha presentato le condoglianze di un «Paese amico, addolorato di fronte all'atto terroristico più terribile della vostra storia», il capo di Stato francese si rivolge ai Paesi arabi della regione. Incontra il re di Giordania e potrebbe incontrare anche il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi. Ieri era andato in Cisgiordania dal presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas per dimostrare anche il suo sostegno al popolo palestinese.