Nella galleria degli orrori che costella la storia dell’Is, emergono nuovi, terribili, tasselli. Una fossa comune con circa 220 cadaveri è stata ritrovata a Ramadi, a ovest di Baghdad. Si tratta di membri della tribù sunnita Albu Nimr che hanno pagato con la vita la loro strenua opposizione allo Stato islamico, culminata nell’azione della milizia anti-Califfato, denominata Sahwa (Risveglio). Secondo il racconto di alcuni testimoni, riportato dalla
Reuters, gli uomini sarebbero stati freddati a distanza ravvicinati. Una vera e propria esecuzione. Peraltro ottenuta con l’inganno. Gli insorti hanno ordinato gli uomini della tribù di lasciare i loro villaggi per andare a Hit, a 130 chilometri a ovest di Baghdad, promettendo loro «un passaggio sicuro». Sono stati invece sequestrati e fucilati. Tre sceicchi dello stesso clan tribale sarebebro pois stati rapiti nei pressi di Anbar.Un’altra drammatica denuncia arriva da
Human Rights Watch. L’Isis ha ucciso almeno 600 prigionieri del carcere di Badoush lo scorso giugno a Mosul. Il massacro è stato raccontato da 15 sopravvissuti. «Ci hanno preso in 1.500 – ha raccontato uno dei sopravvissuti – ci hanno caricato sui camion e portato in mezzo al deserto, a circa 2 chilometri dalla prigione». I miliziani hanno poi separato gli sciiti dai sunniti e dai cristiani, che sono stati fatti risalire sui camion e portati via. I rimanenti prigionieri sono stati portati nei pressi di un burrone. Lì è iniziata la mattanza. Gli uomini sono stati costretti a mettersi in fila. I jihadisti li hanno costretti ad alzare la mano e gridare il proprio numero di fila. Alcuni sopravvissuti affermano di aver sentito il numero «680». «Hanno iniziato a spararci da dietro, anche con le mitragliatrici pesanti», ha raccontato un altro testimone. Le forze armate irachene hanno, da parte loro, annunciato l’uccisione di 300 miliziani dello Stato islamico a Baiji grazie al supporto dei raid aerei della coalizione guidata dagli Stati Uniti. L’operazione militare fa parte dei tentativi di riconquistare il controllo della città, che ospita della più grande raffineria di petrolio del Paese. I militanti dell’Is hanno arrestato 12 giornalisti a Mosul: secondo una fonte i 12 sono stati condotti verso un luogo imprecisato.
15mila combattenti stranieri nella jihadUn numero di combattenti stranieri "senza precedenti" che si sono uniti alla jihad, da paesi che non avevano mai fornito "manodopera" al terrorismo islamico. È l'allarme lanciato dall'Onu in un rapporto di cui il quotidiano britannico
Guardian ha avuto un'anticipazione. Sono "15.000" i
foreign fighters partiti alla volta della Siria e dell'Iraqper combattere accanto all'Isis o ad altri gruppi estremisti. Provengono da 80 paesi diversi, di cui l'Onu non fornisce una lista dettagliata, limitandosi a nominare solo i luoghi che mai prima di oggi erano stati patria di futuri jihadisti: Maldive, Cile, Norvegia. "Dal 2010 a oggisono partiti più foreign fighters di quanti non ne siano partiti nel ventennio 1990-2010. E stanno aumentando", è scritto nel rapporto.