Lo Stato islamico avrebbe preso
il controllo degli uffici dell'emittente radiofonica di
Kobane, centro curdo-siriano al confine con la Turchia, dopo
aver occupato la principale porta d'ingresso della città.
Lo riferiscono fonti locali riprese dalla stampa irachena,
secondo cui l'avanzata dei qaedisti sarebbe proseguita nelle
ultime ore a seguito degli scontri con le forze curde dello
Ypg, le Unità di protezione del popolo.
«Avanzano i jihadisti». Residenti locali
hanno confermato i progressi registrati dallo Stato
islamico, che avrebbe inoltre continuato a bombardare le
zone residenziali provocando "ingenti danni materiali" e
"panico tra la popolazione". Secondo l'attivista curdo
Mustafa Abdi, "Kobane non è ancora caduta nelle mani dello
Stato islamico, ma i miliziani si sono avvicinati
pericolosamente alla città dopo aver conquistato decine di
villaggi nelle campagne circostanti". Di diverso avviso è,
invece, l'Osservatorio siriano per i diritti umani, per il
quale i qaedisti si troverebbero ancora a tre chilometri da
Kobane.
Erdogan: allerta su enclave turca. La Turchia non esiterà a reagire qualora i jihadisti dello Stato islamico dovessero attaccare l'enclave turca presente in Siria, dove si trova la tomba di Suleyman Shah, nonno di Osman I, fondatore della dinastia ottomana. "Assolutamente non esiteremo a reagire qualora dovesse succedere qualcosa lì", ha detto alla stampa il presidente Recep Tayyip Erdogan, precisando che sono 40 i soldati turchi presenti sul sito, "che è territorio turco". Le autorità turche hanno rafforzato le misure di sicurezza attorno a questo sito storico, situato 25 chilometri all'interno del territorio siriano e diventato territorio turco dopo la firma, nel 1921, di un trattato con la Francia. Giovedì scorso il parlamento turco ha autorizzato il governo di Ankara a intervenire in Iraq e in Siria contro i jihadisti dello Stato islamico e ad accogliere sul proprio territorio truppe straniere che partecipano all'operazione militare contro l'Isis.