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Bruxelles. La Ue: sì alle armi ai curdi. Ogni Paese decida

sabato 16 agosto 2014
L'Unione europea dice sì alla fornitura di armi ai curdi impegnati contro l'offensiva dei jihadisti dell'Isis. E il capo della diplomazia italiana Federica Mogherini - grande promotrice della riunione dei ministri degli esteri Ue di Ferragosto - incassato l'endorsement europeo si prepara, col ministro della difesa Roberta Pinotti, a riferire in Parlamento, il 20 agosto, sulla richiesta di sostegno militare di Erbil.Di fronte all'emergenza irachena l'Unione batte un colpo, inviando un segno di solidarietà, e imprime un'accelerata ai processi nazionali. Come previsto dai trattati comunitari, la competenza sull'invio di armi appartiene agli Stati (infatti Parigi è già partita), ma nel fare le proprie scelte ora le capitali possono contare su una cornice europea.  Paesi come Svezia, Irlanda, Finlandia e Austria avevano fatto sapere fin dal primo momento di volersi concentrare solo sull'aspetto umanitario. Ma altri, come Gran Bretagna, Spagna, Olanda e la stessa Italia (che oggi ha inviato i primi voli del ponte di aiuti umanitari), attendevano la luce verde di Bruxelles, prima di avviare il dibattito politico interno. "Per noi era importante ci fosse una cornice europea e stiamo attendendo di capire se le commissioni parlamentari di Camera e Senato vogliono essere coinvolte su questo punto, per poi prendere una decisione", spiega Mogherini. La risposta arriva a stretto giro, con la disponibilità della presidente della Camera Laura Boldrini, e una convocazione delle commissioni per mercoledì prossimo.  Anche la Germania, che inizialmente era apparsa contraria alla fornitura di armi, è al lavoro per spingersi "al limite di ciò che è giuridicamente e politicamente possibile", spiega il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier, volato a Baghdad per incontrare il presidente Fuad Masum ed il premier designato Haidar al Abadi.L'Europa, così come gran parte della comunità internazionale, vede in Abadi "un piccolo barlume di speranza" spiega ancora Steinmeier. Per questo, sottolinea Mogherini, "dobbiamo mettere tutta la pressione politica possibile sulla formazione di un nuovo governo, nei prossimi giorni, non settimane". Un esecutivo "inclusivo" specifica l'Alto rappresentante Ue Catherine Ashton, che sappia dare voce anche gli interessi di quelle tribù sunnite, che messe da parte dalle gestioni precedenti, sono finite nell'orbita del Califfato.Ma l'Isis, non è una "minaccia" solo per la regione, lo è per l'intera Europa", ricordano il capo della diplomazia italiana ed il suo collega  francese Laurent Fabius. Da gruppo terrorista si sta trasformando in vero e proprio Stato del terrore. E per respingerlo si guarda ad una cooperazione con i Paesi vicini all'Iraq, dall'Iran al Libano, dalla Giordania all'Arabia Saudita, dalla Turchia all'Egitto.