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Iraq. Mosul, la metropoli sunnita anti Baghdad

martedì 18 ottobre 2016
Mosul si trova 300 chilometri a nord di Baghdad. Con un milione e mezzo di abitanti è la seconda città dell'Iraq. Dal giugno 2014 è sotto il controllo delle milizie del Daesh. È stato a Mosul che Abu Bakr al Baghdadi, nel giugno 2014, si è autoproclamato Califfo del sedicente Stato islamico, il territorio tra Iraq e Siria settentrionali controllato dai jihadisti del Daesh. Snodo strategico, tra deserto e Siria. La città è cruciale dal punto di vista strategico, in quanto ultimo grande centro ancora sotto il controllo jihadista in Iraq e vicina alla Siria e al deserto occidentale iracheno. Le sue dimensioni ne rendono più difficile la liberazione rispetto ad altre città come Falluja o Ramadi che erano quattro o cinque volte più piccole. Città sunnita, ostile a Baghdad. Mosul è a stragrande maggioranza sunnita, proprio come i miliziani del Daesh, mentre il governo e l'esercito iracheno sono prevalentemente sciiti. La città accoglie anche 7.000 ex ufficiali delle forze armate (sunnite) dell'ex dittatore iracheno Saddam Hussein e altri 100.000 ex militari, molti dei quali furono cacciati durante l'epurazione dei membri del partito Baath (il nome del partito di Saddam) messa in atto dopo l'invasione americana nel 2003. Anche per questa storica frizione con il governo di Baghdad la città di Mosul è caduta nelle mani del Daesh.