Il conflitto. Iraq, i curdi verso la riconquista di Sinjar
giovedì 12 novembre 2015
Le forze curdo-irachene hanno lanciato oggi una grande offensiva per riconquistare dallo Stato islamico (Is) la città di Sinjar, nel nord dell'Iraq, abitata dalla minoranza yazida e diventata importante centro logistico dei jihadisti. Sarebbero già riuscite a riprendere numerosi villaggi a nord di Sinjar, secondo quanto affermato dal generale Ezzedin Seetayi.
Tagliare l'asse strategico che collega la Siria con l'Iraq, e che permette all'Is di far circolare materiale e uomini tra i due paesi, è l'obiettivo principale dell'offensiva. Sinjar, situata a 50 chilometri dal confine con la Siria e non lontano dal Kurdistan iracheno, si trova sulla "Highway 47" una strada strategica che collega Mosul (nord Iraq), roccaforte dei jihadisti in Iraq, ai territori controllati dall'Is in Siria, fino alla "capitale" Raqqa.La posizione strategica di Sinjar (in rosso), vicina al confine siriano
Dense colonne di fumo nero si levano al cielo, da questa mattina, a causa dei bombardamenti delle forze curde e della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Un funzionario dell'intelligence militare Usa, il capitano Chance McCraw, ha stimato che a Sinjar dovrebbero trovarsi fra 300 e 400 jihadisti dell'Is e che la città sarebbe stata interamente minata per respingere l'offensiva. Secondo altre fonti, invece, l'Is avrebbe deciso di inviare altri 600 combattenti in città.
Il Consiglio di sicurezza della regione autonoma del Kurdistan iracheno ha riferito che fino a 7.500 peshmerga stanno prendendo parte alle operazioni per riconquistare Sinjar e per "stabilire una zona cuscinetto per proteggere la città e i suoi abitanti".
All'offensiva starebbero partecipando anche gruppi della comunità yazida, che nell'agosto del 2014 è stata decimata dai jihadisti dell'Is, che la considerano eretica. Le violenze compiute dall'Is su questa minoranza sono state considerate un genocidio dalle Nazioni Unite.