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New York Times . Iraq, 600 soldati Usa esposti a materiale chimico

venerdì 7 novembre 2014
Più di 600 militari americani sono stati esposti ad agenti chimici in Iraq fin dal 2003, ma il Pentagono fallì nel riconoscere la portata dei casi segnalati o di offrire un adeguato monitoraggio e trattamento a coloro che erano stati esposti. Lo riferisce il New York Times che cita un funzionario della Difesa. La divulgazione del Pentagono cambia la portata e i costi potenziali degli incontri degli Usa con le armi chimiche abbandonate durante l'occupazione dell'Iraq, casi che i militari non hanno riconosciuto per più di un decennio.Questo nuovo e inedito capitolo sull'occupazione americana in Iraq divenne pubblico dopo un'inchiesta del Nyt dove il quotidiano rivelò che, mentre le truppe americane non trovarono armi attive del programma di distruzione di massa, hanno però scoperto armi chimiche degradate del 1980 che erano stati nascosti in un deposito di armi o usati per fabbricare bombe. Il Nyt rivelò inizialmente 17 casi di militari rimasti esposti al sarin o al gas mostarda. Dopo la pubblicazione di quell'inchiesta altri esponenti delle forze armate vennero allo scoperto facendo aumentare il numero delle persone esposte a 25. Ma un'inchiesta interna del Pentagono, ordinata dal segretario della Difesa, Chuck Hagel, ha ora rivelato che centinaia di soldati dissero allo staff medico militare che temevano di essere stati esposti. L'aumento dei casi potenziali indica che ci furono molti più incontri con le armi chimiche abbandonate di quello che gli Stati Uniti hanno finora riconosciuto e che altre persone - inclusi soldati stranieri, contractor privati, militari iracheni e civili - potrebbero pure essere a rischio. Non avendo agito per anni, il Pentagono ora afferma di voler contattare altri reduci. Il primo passo, dicono i funzionari della Difesa, è la creazione di un numero verde per lo staff militare e i reduci per segnalare eventuali esposizioni e farsi curare in modo appropriato.