Teheran è intenzionata a tornare al tavolo delle trattative sul nucleare, ma solo «a partire dalla seconda metà del mese di Ramadan», cioè verso la fine di agosto. L'annuncio è stato fatto dal presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad durante una conferenza stampa, durante la quale ha criticato le grandi potenze per avere varato le nuove sanzioni con una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu votata il 9 giugno, dopo che in una dichiarazione firmata alcune settimane prima con Turchia e Brasile, l'Iran si era impegnato ad accettare uno scambio di uranio arricchito con l'estero.«Hanno voluto alzare un bastone per minacciarci - ha detto Ahmadinejad - e questo è stato un atto immorale. Ecco perchè, pur essendo pronti a tornare al tavolo delle trattative con i 5+1, ritarderemo il loro inizio fino alla seconda metà del sacro mese di Ramadan». Il gruppo dei 5+1 è composto dai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza - Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna - più la Germania.Ahmadinejad non rinuncia poi a una stoccata a effetto: perchè - ha chiesto - non vengono tenuti «liberi referendum» tra le popolazioni dei Paesi europei, tra cui l'Italia, «dove sono ammassate le bombe atomiche» degli Usa?
L'ALLARME DELLA CIASe l'Iran vuole, potrà dotarsi di due bombe atomiche in due anni. In una intervista a tutto campo sulle sfide globali che aspettano l'America - il terrorismo, l'Afghanistan, la cyberguerra - il capo della CiaLeon Panetta ha detto che Teheran ha già abbastanza uranio arricchito a bassa gradazione per dotarsi di due ordigni atomici. «Le informazioni della Cia devono essere verificate ma sono comunque inquietanti», ha replicato a Toronto il presidente russo Dimitri Medvedev. Panetta, nella sua prima intervista a un network americano da quando si è insediato a capo dell'agenzia di Langley, ha detto che l'Iran «potrebbe impiegare un anno ad arricchire ulteriormente l'uranio e a fabbricare la bomba e un altro anno a sviluppare un sistema operativo per utilizzare quest'arma». Tutto sta a prendere la decisione, su cui, ha detto Panetta, ci sono differenze di valutazione tra 007 Usa e di Israele: «Gli israeliani sono più convinti di noi che Teheran abbia già deciso di procedere con la bomba», anche se, ha aggiunto il capo della Cia, lo stato ebraico ha accettato non attaccare per dare a Washington il tempo di far funzionare la diplomazia.«Sanno che le sanzioni avranno un impatto, sanno che se continuiamo a spingere l'Iran dal punto diplomatico avremo un impatto e ci vogliono lasciare il tempo di cambiare l'Iran diplomaticamente, culturalmente e politicamente anzichè cambiarlo con la forza delle armi», ha detto il capo degli 007 Usa senza rispondere direttamente a una domanda dell'intervistatore su possibili sabotaggi agli impianti nucleari iraniani che avrebbero provocato intoppi nelle operazioni di arricchimento:«Hanno avuto problemi tecnici. Se abbracciassero la strada del nucleare pacifico non dovrebbero preoccuparsi: il resto del mondo gli darebbe una mano».Secca la reazione portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, che ha liquidato le parole di Leon Panetta come «dichiarazioni senza fondamento che presentano solo un altro scenario della propaganda anti iraniana da parte degli Stati Uniti». Secondo Ramin Mehmanparast l'intelligence Usa «sa meglio di chiunque altro che l'Iran non ha programmi nucleari a scopi bellici e che lavora unicamente nell'ambito del Trattato di non proliferazione». Quelle americane, ha concluso Mehmanparast, sono informazioni diffuse «nel contesto di una guerra psicologica che ha l'obiettivo di creare un'immagine negativa dell'Iran».
OBAMA: SIAMO PREOCCUPATIL'Iran, convitato di pietra, è stato al centro delle riunioni del G8/G20 questo fine settimana in Canada: ne hanno parlato il presidente Barack Obama e il primo ministro britannico David Cameron nel loro primo bilaterale dopo l'insediamento di Cameron a Downing Street. «Si è parlato di Iran e di quel che bisogna ancora fare per mettere in atto le sanzioni dell'Onu», ha detto Obama dopo che la scorsa settimana il Congresso americano ha approvato un pacchetto di misure nei confronti delle società straniere in affari con i Pasdaran iraniani o con le società iraniane del settore energetico.L'Iran aveva tenuto banco nelle discussioni G8: «Siamo profondamente preoccupati per la continua mancanza di trasparenza dell'Iran sulle sue attività nucleari e le sue manifeste intenzioni di continuare ed espandere l'arricchimento di uranio in contrasto con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e del Consiglio dei Governatori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica», si legge nel comunicato finale della riunione arrivato mentre Teheran inviava lettere ufficiali di protesta ai 12 Paesi che il 9 giugno hanno votato in Consiglio in favore di nuove sanzioni: tra questi anche la Russia (che siede al tavolo del G8) e la Cina.