Sono iniziati sabato a Vienna i colloqui tra
il segretario di Stato americano
John Kerry e il ministro degli Esteri
iraniano
Mohammad Javad Zarif sul programma nucleare della
Repubblica islamica.
Entro il 30 giugno il Gruppo 5+1 (Stati Uniti, Regno Unito,
Francia, Cina, Russia e Germania) e l'Iran dovranno firmare
l'accordo definitivo sul programma nucleare iraniano, come
stabilito nell'aprile scorso.
Per domenica è attesa a Vienna anche l'Alto Rappresentante Ue per la politica estera e di Sicurezza comune,
Federica Mogherini.
"Abbiamo molto lavoro da fare e ci sono
ancora degli argomenti difficili da affrontare. Ci sarà da lavorare
duramente per riuscire ad andare avanti", ha dichiarato Kerry.
A frenare l'ottimismo, ostentato
soprattutto dopo la dichiarazione del 2 aprile sull'intesa di
raggiungere un accordo quadro, sono state soprattutto le
recenti dichiarazioni della guida suprema iraniana,
ayatollah
Ali Khamenei, che all'inizio della settimana aveva ribadito
che la maggioranza delle sanzioni dovranno essere cancellate
prima che Teheran smantelli le sue infrastrutture nucleari.Proprio su pressione di Khamenei, lo scorso 21 giugno il
parlamento iraniano ha approvato un disegno di legge che
impedisce l'ispezione dei siti militari da parte di organismi
internazionali.
Nei giorni scorsi il
presidente iraniano,
Hassan Rohani, aveva sottolineato che la squadra negoziale del
paese continuerà i suoi colloqui sul nucleare con le potenze
mondiali secondo le linee guida della guida suprema della
Rivoluzione islamica. "Siamo alla ricerca di colloqui seri
e di una buona intesa", aveva detto Rohani, ricordando il peso delle sanzioni economiche imposte dalla comunità internazionale all'Iran.Nei giorni scorsi
dal dipartimento di Stato
americano erano arrivate dichiarazioni improntate
alla massima cautela che non facevano mistero della
possibilità che la scadenza del 30 giugno potrebbe alla fine
essere disattesa, anche se di poco.