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Domande e risposte. Raisi, si può escludere l'attentato? Cosa succederà ora in Iran?

Anna Maria Brogi lunedì 20 maggio 2024

L'arrivo dei soccorsi sul luogo del disastro dell'elicottero su cui viaggiava Raisi

La morte violenta del presidente iraniano Ebrahim Raisi, avvenuta domenica nello schianto dell'elicottero su cui viaggiava, apre interrogativi sul futuro della Repubblica islamica e dell'intera regione.

Si può escludere l'ipotesi dell'attentato?

La Guida suprema iraniana Ali Khamenei ha dichiarato che si è trattato di un «amaro incidente». «Non ci sono segnali» che «possa essersi trattato di un attentato» ha detto il ministro degli Esteri e vice premier Antonio Tajani: «È stata una disgrazia dovuta al maltempo, forse a un guasto. Vorrei tranquillizzare tutti che non ci saranno conseguenze all'estero negative».

Non sono emersi elementi che facciano ipotizzare un'esplosione a bordo o un sabotaggio. L'elicottero che portava Raisi e il ministro degli Esteri, Hossein Amir-Abdollahian, faceva parte di un convoglio di tre velivoli che stava sorvolando un'area di alte montagne immersa nella nebbia: condizioni ambientali e meteorologiche particolarmente difficili. Gli altri due elicotteri sono comunque atterrati. C'è da aggiungere che la flotta aerea iraniana è datata e la manutenzione scarseggia anche per la carenza di pezzi di ricambio dovuta alle sanzioni occidentali. L'ex ministro degli Esteri, Mohammad Javad Zarif, ha dichiarato che «l'incidente è il risultato del divieto degli Stati Uniti all'Iran di avere accesso ai pezzi di ricambio per l'aviazione».

Il presidente iraniano aveva dei nemici?

In quanto capo di Stato di un regime che reprime ferocemente i dissidenti, ovviamente Raisi aveva molti nemici interni ed esterni: dai secessionisti beluchi ai dimostranti di "Donna, vita, libertà". «La maledizione delle madri e di coloro che cercano giustizia per i giustiziati, insieme alla dannazione del popolo e della storia iraniani, segnano l'eredità di Ebrahim Raisi, il famigerato autore del massacro di prigionieri politici del 1988», ha dichiarato l'attivista Maryan Rajavi. C'è stato chi ha festeggiato con fuochi d'artificio, ma questo non implica alcun nesso di causa con l'incidente. Così come è da escludere un coinvolgimento diretto degli Stati che Teheran considera "nemici" - anzitutto Israele e gli Stati Uniti - in una fase in cui la diplomazia e l'intelligence di Washington lavorano per evitare un'escalation militare in Medio Oriente.

È vero che Raisi stava rientrando dall'Azerbaigian?

Al momento dell'incidente, il presidente Raisi stava rientrando dall'Azerbaigian orientale, che è una provincia dell'Iran. Aveva inaugurato una diga vicino al confine, assieme al presidente azero Ilham Aliyev. Non era mai uscito dal territorio iraniano.

È vero che l'Azerbaigian ospita agenti dei servizi israeliani?

Negli ultimi dieci anni, più volte Teheran ha protestato con Baku per il suo ruolo nell'ospitare agenti del Mossad nelle regioni a ridosso del confine iraniano. Dal 2012 si è parlato dell'uso da parte dell'aviazione israeliana di aeroporti militari e civili azeri, tra cui quello di Nakhitchevan a poche decine di chilometri dal confine iraniano. Israele è il principale fornitore di armi all'Azerbaigian.

Chi prenderà il posto di Raisi?

Il vicepresidente Mohammad Mokhber è già stato indicato dalla Guida suprema Ali Khamenei come nuovo presidente ad interim, come prevede la Costituzione. Sarà lui a condurre il Paese a nuove elezioni. Il viceministro degli Esteri, Ali Bagheri Kani, prende il posto del titolare degli Esteri, anch'egli morto nello schianto.

Quando si andrà a votare?

Le elezioni presidenziali dovranno essere convocate entro 50 giorni, come previsto dalla Costituzione.

Ci saranno conseguenze politiche?

I dissidenti iraniani lo sperano, ma non ci sono elementi concreti per ipotizzarlo. Tutto fa pensare a una continuità nel regime, in politica interna ed estera.

La morte di Raisi avrà un impatto sulla guerra a Gaza?

La settimana scorsa due alti funzionari dell’Amministrazione statunitense avrebbero svolto colloqui indiretti con funzionari iraniani in Oman allo scopo di scongiurare un’escalation regionale. La morte del presidente Raisi non dovrebbe cambiare la posta in gioco né la posizione di Teheran che sostiene l'Asse dei resistenti filo palestinesi (Hamas, Hezbollah, Houthi yemeniti, milizie sciite in Siria e in Iraq supportate dai Pasdaran iraniani) minimizzando però l'intervento militare diretto.

Quali altri Paesi hanno dichiarato il lutto nazionale, oltre l'Iran?

I funerali di Raisi si terranno domani, martedì 21 maggio, a Tabriz. L'Iran ha proclamato cinque giorni di lutto nazionale e annullato per sette giorni tutti gli eventi e le attività culturali e artistiche. Il Libano, che ospita gli sciiti filo iraniani di Hezbollah, ha decretato tre giorni di lutto ufficiale. Tre giorni di «lutto generale ufficiale» anche in Siria. Il Pakistan ha indetto una giornata di lutto, con la bandiera a mezz'asta, «in solidarietà con il fratello Iran». Una giornata di lutto nazionale anche in Iraq.