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Il caso. Iran, libera la ragazza arrestata per il volley

lunedì 24 novembre 2014
È stata liberata su cauzione Ghoncheh Ghavami, la giovane anglo-iraniana che era stata arrestata in Iran e tenuta in cella di isolamento in attesa di processo per aver tentato di assistere ad una partita di pallavolo maschile tra Iran e Italia. Lo ha annunciato la famiglia, citata dalla Bbc. Ghavami, 25 anni, laureata in legge a Londra, era stata arrestata lo scorso 20 giugno con un gruppo di altre donne. Erano state picchiate e poi rilasciate. Ma Ghavami era stata successivamente di nuovo arrestata e messa in cella d'isolamento in attesa di incriminazione. Le autorità iraniane l'avevano accusata di legami con l'opposizione e di aver fatto propaganda contro il regime in occasione della partita. In carcere la giovane aveva cominciato diversi scioperi della fame - due settimane ad ottobre, e poi a inizio novembre - in segno di protesta contro la 'detenzione illegalè, suscitando l'attenzione e la solidarietà di migliaia di persone in tutto il mondo, che avevano firmato una petizione per la sua liberazione. All'inizio di novembre l'avvocato della famiglia, Alizadeh Tabatabaie, aveva riferito che la giovane era stata condannata ad un anno di reclusione, ma i magistrati iraniani non avevano confermato, affermando che il verdetto non era stato ancora pronunciato. L'Iran ha bandito le donne dalla pallavolo dal 2012, sostenendo che le donne devono essere protette dal comportamento 'lascivo' dei tifosi maschi. La giovane, ha detto da Londra il fratello Iman dopo l'annuncio della scarcerazione, si trova ora presso alcuni parenti in Iran, e durante la detenzione "ha perso circa 10 chili e soffre di problemi gastrici legati agli scioperi della fame". Alla condanna di un anno si sarebbe anche aggiunto il divieto di uscire dal territorio nazionale per due anni, ha affermato il fratello. Ghavami ha un passaporto britannico oltre a quello iraniano, ma Teheran non riconosce le doppie nazionalità. Iman Ghavami ha riferito inoltre che la corte d'appello dovrebbe prendere una decisione "entro due-tre settimane" sul ritorno in carcere o meno della sorella, che ha già di fatto scontato cinque mesi di reclusione nel famigerato carcere di Evin, alla periferia nord-occidentale di Teheran.