Corea del Nord. Attacco Usa in Iran, ora Kim Jong-un ha più paura
Il leader nordcoreano Kim Jong-un
E se l’omicidio del generale iraniano Qassem Soleimani fosse solo l’inizio di un metodo di "azzeramento" dei nemici da parte degli Usa? Secondo il Japan Times, la domanda riecheggia sinistramente nelle stanze dei bottoni di Pyongyang. Alimentando la paranoia che, da sempre, ossessionerebbe il leader nordcoreano Kim Jong-un: quella di essere eliminato. Una cosa è certa: i media statali nordcoreani hanno per tre giorni ignorato la notizia del raid statunitense. Poi si sono "concessi" solo un breve dispaccio sulla morte di Soleimani, senza peraltro menzionarlo. Ma ciò che inquieterebbe maggiormente Kim – secondo il Japan Times – sarebbe la presenza in Corea del Sud dello stesso drone utilizzato per uccidere il "nemico" iraniano. Il quotidiano Munhwa Ilbo, che ha citato una fonte dell'intelligence degli Stati Uniti non identificata, ha riferito che Washington "ha dispiegato provvisoriamente" quattro droni Reaper MQ-9 nella base aerea di Kunsan nella città occidentale di Gunsan dalla fine dello scorso anno. Un drone, quello utilizzato per uccidere Soleimani, "specializzato nel condurre offensive mirate, contro target specifici. Il primo prototipo si è alzato in volo nel 2001". Non solo: gli Usa hanno dispiegato 12 droni da combattimento MQ-1C Grey Eagle nella Penisola coreana da febbraio 2018. I droni sono usati, ufficialmente, a scopo di sorveglianza, ma l'MQ-1C è in grado di trasportare fino a quattro missili.
La paura di Kim di essere ucciso avrebbe, però, un effetto paradossale. Non quello di spingere il leader nordcoreano a più miti consigli - e a riprendere la strade dei negoziati - ma, al contrario, quello di corazzarzi sempre più dietro il suo arsenale atomico.
Secondo l’analista australiano Andrew O'Neill "Pyongyang ha registrato il record di esperimenti militari dopo la caduta di Saddam Hussein in Iraq nel 2003 e quella di Gheddafi nel 2011. Il motivo? La convinzione che le armi nucleari siano necessarie per dissuadere gli Stati Uniti dal perseguire un cambio di regime".
Un drone Reaper MQ-9, dello stesso tipo usato per uccidere il generale Soleimani - Ansa
Non è un caso allora che Kim abbia inaugurato il nuovo anno con propositi altamente belligeranti. Il leader nordcoreano ha abbandonato la moratoria sui test nucleari e dei missili intercontinentali, annunciando l'arrivo di "nuova arma strategica", per convincere gli americani a revocare le sanzioni. A Washington l'avvertimento è stato accolto senza isterismi e Donald Trump si è detto convinto che Kim "manterrà i patti". Ma il tycoon sa bene che nuovi missili in volo nell'anno delle elezioni potrebbero rappresentare un problema. Sembra passato un secolo dai due storici incontri tra Trump e Kim che avevano avviato il disgelo tra gli Usa e l'imprevedibile KIm. Il dialogo di fatto si è fermato, tanto che a sei mesi dal secondo faccia a faccia, al confine demilitarizzato della penisola coreana, gli Usa rifiutano ancora di cancellare le sanzioni fin quando Pyongyang non abbandonerà del tutto il suo programma nucleare.
Kim a questo punto ha tentato un'accelerazione. E al termine di un insolito vertice di quattro giorni con i capi del partito comunista, ha dichiarato che la Corea del Nord non si ritiene più vincolata alla sospensione dei test sui missili a lungo raggio, accusando gli americani di aver aumentato le sanzioni e creato instabilità nella regione effettuando esercitazioni congiunte con Seul. "In tali condizioni - ha detto Kim - non c'è motivo per noi di rimanere unilateralmente vincolati, non esiste lo stesso impegno dalla parte opposta, e questo sta indebolendo i nostri sforzi per il disarmo nucleare mondiale e la non proliferazione". E per dimostrare che sta facendo sul serio, ha annunciato che "il mondo sarà testimone di una nuova arma strategica" dal Nord "nel prossimo futuro".