GINEVRA. Nucleare,accordo con l'Iran L'atomica si allontana
L'accordo è stato firmato: l'Iran ha accettato di limitare il suo controverso programma nucleare e di farlo verificare alla comunità internazionale, mentre gli Stati Uniti e le altre cinque potenze mondiali (Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania), riunite nel format 5+1, hanno accettato di allentare le soffocanti sanzioni imposte a Teheran. L'accordo - annunciato dall'Alto rappresentante della Ue Catherine Ashton al termine di una lunga maratona negoziale a Ginevra - è stato definito "storico", anche se scadrà tra soli sei mesi. In questo arco di tempo si dovrà negoziare una difficile intesa definitiva.
È quindi "solo un primo passo", come hanno commentato concordi tutti i leader: dal presidente Usa Barack Obama con il suo segretario di Stato John Kerry, dal presidente iraniano Hassan Rohani con il suo ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, dal presidente russo Vladimir Putin al governo degli Emirati Arabi Uniti, fino al ministro degli esteri Emma Bonino. Ma "per la prima volta, abbiamo fermato i progressi del programma nucleare iraniano", ha dichiarato Obama, sollevato per questo nuovo successo in politica estera che lo distoglie dai guai e dalle polemiche dell'Obamacare. Parlando in diretta Tv, con tono solenne, il presidente ha sottolineato che l'intesa sottoscritta contiene "limitazioni essenziali che contribuiranno ad impedire che l'Iran costruisca l'arma nucleare e contemporaneamente lascia il tempo per altri negoziati nei prossimi sei mesi che risolvano pienamente le nostre preoccupazioni". Obama ha anche affermato di comprendere le rimostranze "di Israele e dei nostri Partner nel Golfo, che hanno buone ragioni per essere scettici sulle intenzioni dell'Iran".
E per rassicurarli ha garantito che "come presidente, e come comandante in capo, farò tutto ciò che è necessario per impedire che l'Iran ottenga l'arma nucleare", ma "ho la profonda responsabilità di provare a risolvere le nostre differenze pacificamente, piuttosto che correre verso un conflitto" e oggi, ha detto, "la diplomazia ha aperto una nuova strada per rendere più sicuro il mondo". Israele però non è d'accordo: "Oggi il mondo è più pericoloso", ha ribattuto il premier israeliano Benyamin Netanyahu, che ha parlato di "errore storico", mentre il suo ministro per l'economia Naftali Bennett ha sottolineato che "Israele non è vincolato dall'accordo" e "se si vedrà minacciato dall'Iran, avrà il pieno diritto di difendersi". Molto più cauto il presidente Shimon Peres secondo il quale "saranno i fatti, non le parole a determinare se gli accordi di Ginevra serviranno a rimuovere lo spauracchio del nucleare militare iraniano".
Ad alimentare l'allarme di Israele è il fatto che l'intesa non esclude per l'Iran la possibilità di arricchire l'uranio. Teheran ha infatti accettato di interromperne l'arricchimento alle concentrazioni superiori al 5% ed ha anche accettato di neutralizzare, diluendole, le sue riserve di uranio arricchito al 20%, ossia ad una soglia molto vicina a quanto necessario per la realizzazioni di ordigni atomici. Ma ha anche ribadito di avere "il diritto" di arricchire l'uranio, cosa che però, ha affermato Kerry, non è sancita nel documento firmato a Ginevra. Teheran si è anche impegnata a bloccare l'aumento delle proprie centrifughe, a congelare la costruzione del reattore ad acqua pesante di Arak, potenziale generatore di plutonio utilizzabile a fini militari, nonchè ad aprire i suoi impianti nucleari alle verifiche quotidiane degli ispettori internazionali, che installeranno anche delle telecamere. In cambio l'Iran ottiene lo scongelamento di 4,2 miliardi di dollari derivanti dalla vendita di greggio che gli sono stati bloccati in banche asiatiche, e anche la sospensione di misure che le impediscono il commercio di oro e metalli preziosi e prodotti petrolchimici, in modo da poter incassare nei prossimi sei mesi un altro miliardo e mezzo di dollari. Il valore complessivo dell'alleggerimento delle sanzioni è calcolato tra i 6 e i 7 miliardi di dollari.
Si tratta di un alleggerimento "modesto", ha detto Obama, che per applicarlo può usare un semplice ordine esecutivo, senza passare per il Congresso, dove i repubblicani sembrano tutt'altro che soddisfatti e continuano a lavorare ad un nuovo pacchetto di sanzioni. E in ogni caso, ha sottolineato il presidente, "l'intera architettura delle sanzioni resterà in vigore e se l'Iran non rispetterà i suoi impegni nei prossimi sei mesi revocheremo l'allentamento e la pressione riprenderà di nuovo". Tuttavia, l'atmosfera generale sembra improntata all' ottimismo. Per il ministro degli esteri turco Ahmet Davutoglu l'accordo di Ginevra "contribuirà alla soluzione definitiva della questione". Mentre per la Bonino si tratta di uno sviluppo importante che apre "nuove prospettive di pace" in Medio Oriente. Una visione condivisa anche dal suo collega britannico William Hague, che la amplia: "l'accordo con l'Iran è buono per il mondo intero".