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Allarme Onu. Iran, già 80 condanne a morte da inizio anno

venerdì 21 febbraio 2014
Pena di morte sempre più applicata in Iran. Da inizio anno, in poco più di sette settimane, almeno 80 persone sono state giustiziate in Iran e secondo alcune fonti attendibili, il numero reale potrebbe essere di 95. Lo ha affermato l'Onu oggi a Ginevra esprimendo "profonda preoccupazione per il picco di esecuzioni in Iran dall'inizio dell'anno". La maggior parte di queste esecuzioni è legata a reati connessi alla droga, esecuzioni che non corrispondono agli standard dei "reati più gravi", come richiesto dal diritto internazionale, ha detto la portavoce dell'Alto Commissariato Onu per i diritti umani Ravina Shamdasani. Alcuni individui sono stati giustiziati in segreto ed almeno sette in pubblico. L'Onu ha espresso particolare preoccupazione per le informazioni sull'esecuzione in segreto di Hadi Rashedi e Hashem Shàbani Amouri, entrambi membri della comunità araba Ahwaz. Le loro esecuzioni si sarebbero svolte il mese scorso a seguito di procedimenti che "non soddisfacevano gli standard internazionali di un processo equo e giusto" con le accuse mal definite di "inimicizia contro Dio" (Moharebeh), corruzione su terra (Mofsid fil-Arz) e atti contro la sicurezza nazionale, ha detto Shamdasani. L'anno scorso almeno 500 persone (più di 620 secondo alcune fonti) erano state giustiziate in Iran, ha ricordato la portavoce ribadendo l'appello alle autorità di Teheran a cessare immediatamente le esecuzioni e ad istituire una moratoria.