Mehdi Karrubi, uno dei leader dell'opposizione iraniana, sarebbe stato posto praticamente agli arresti domiciliari alla vigilia dell'anniversario della rivoluzione, che cade domani, e in vista di una manifestazione che il fronte anti-governativo avrebbe voluto organizzare il 14 febbraio a sostegno delle rivolte in Tunisia ed Egitto. Lo ha detto il figlio dello stesso Karrubi, citato oggi dal suo sito,
Sahamnews.Questa mattina, scrive il sito, agenti della sicurezza che stazionano di fronte alla casa di Karrubi hanno detto al figlio che lo andava a trovare che nessuno, tranne la moglie, può entrare nell'abitazione fino al 14 febbraio. Nessuna conferma ufficiale è stata data in proposito, così come sugli arresti di due esponenti dell'opposizione, di cui danno notizia i siti dell'opposizione. Quello di un collaboratore di Karrubi, Taghi Rahmani, e quello di Mohammad Hossein Sharifzadegan, ex ministro nel governo del presidente riformista Mohammad Khatami e membro dell'ufficio elettorale di un altro leader dell'opposizione, Mir Hossein Mussavi, nelle presidenziali del 2009. Karrubi e Mussavi denunciano di essere sottoposti da mesi a severe misure di sorveglianza e a limitazioni dei loro movimenti e degli incontri con i loro sostenitori. I due leader dell'opposizione, già candidati alle presidenziali del 2009, hanno contestato la validità di quella consultazione, a loro avviso viziata da massicci brogli.L'ondata di proteste scatenatesi in Iran dopo l'annuncio ufficiale del risultato, fu repressa con un bilancio di decine di morti e migliaia di arresti. Le manifestazioni sono cessate poco più di un anno fa, ma nei giorni scorsi i leader dell'opposizione hanno chiesto al ministero dell'Interno di poter tornare a organizzare un raduno in piazza a sostegno dei popoli egiziano e tunisino, che secondo le autorità di Teheran stanno dando vita a "rivoluzioni" simili a quella iraniana.«Se non daranno il permesso al loro stesso popolo di protestare - ha affermato nei giorni scorsi Karrubi - ciò andrà contro a tutto quello che stanno dicendo e facendo a sostegno delle proteste in Egitto». E in una dichiarazione congiunta in occasione dell'anniversario della rivoluzione, Karrubi e Mussavi hanno affermato che «l'arresto di manifestanti, l'uccisione di giovani, uomini e donne, nelle strade e nelle prigioni (...) non hanno potuto salvare gli autoritari dalla perdita della fiducia della popolazione». I Guardiani della rivoluzione hanno messo in guardia ieri l'opposizione dal cercare di tornare in piazza e il procuratore generale, Gholamhossein Mohseni-Ejei, ha accusato Mussavi e Karrubi di volere creare "divisioni" all'interno del Paese con la manifestazione del 14 febbraio.