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TEHERAN. Iran, appello dell'opposizione: «Liberate i prigionieri»

sabato 25 luglio 2009
L'opposizione iraniana fa appello alla leadership religiosa perchè fermi la repressione delle manifestazioni di protesta, «Vogliamo che voi, i massimi esponenti della gerarchia religiosa, ricordiate alle autorità l'esito dannoso che ha il mancato rispetto della legge e impediate loro di diffondere la repressione nella repubblica islamica» si legge in una nota congiunta sottoscritta da Mir Hossein Moussavi, da Mehdi Karroubi e dall'ex presidente riformista Mohammad Khatami e pubblicata sui siti Ghalamnews e del partito Etemad Melli. La risposta del supremo leader religioso, l'ayatollah Ali Khamenei è stata un appello all'unità. «Le questioni sollevate negli ultimi giorni non devono essere motivo di divergenze» ha detto in un discorso trasmesso dalla tv in occasione dell'anniversario della nascita dell'Imam Hossein. «Tutti voi dovreste fraternamente lavorare insieme per il progresso della nazione. Nessuno dovrebbe accusare l'altro senza alcuna ragione» ha aggiunto, «dobbiamo trattarci bene gli uni con gli altri e mettere da parte le differenze di opinione».I leader dell'opposizione hanno anche chiesto il rilascio dei manifestanti arrestati e hanno denunciato la morte in carcere di uno di essi. Secondo un sito riformista, il figlio di un consigliere del candidato conservatore Mohsen Rezaie è stato ucciso in prigione, dove era stato portato per aver preso parte alle manifestazioni post-elettorali. Ma i gruppi di attivisti accusano il regime di tenere dietro le sbarre centinaia di persone, tra cui giornalisti, avvocati e docenti universitari.«L'unica via d'uscita da questa situazione è il rilascio immediato di tutti i prigionieri» si legge su Ghalamnews, «siamo molto preoccupati per la loro salute fisica e mentale ed è sbagliato collegare i riformisti detenuti ai Paesi stranieri». Karrubi ha scritto al ministro per l'intelligence Gholam Hossein Mohseni-Ejei per denunciare le torture ai detenuti e il governo di Ahmadinejad. «La rete dell'intelligence è stata trasformata nel più oscuro e terrificante strumento di repressione del popolo» ha affermato Karrubi.