Circa 450 responsabili di blog, di pagine sui social network o attivi con applicazioni come Telegram, WhatsApp o Instagram sono stati "arrestati o convocati" dalla magistratura
iraniana. Lo scrive il sito iraniano Gherdab, organo dei Guardiani della Rivoluzione, meglio conosciute come Pasdaran.
"Queste persone conducono delle attività immorali, insultano la fede religiosa o svolgono delle attività illegali nel campo della moda", si legge sul sito, che non specifica quante persone siano effettivamente state arrestate. La notizia è stata comunque confermata anche dall'agenzia di stampa Irna.
Intanto, il Consiglio municipale di Teheran
ha deciso di battezzare una strada, proprio vicino all'ambasciata
saudita, con il nome dell'imam sciita Nimr Baqer al-Nimr,
giustiziato per "terrorismo" dalle autorità saudite il 2 gennaio
scorso. In fondo anche questa è una battaglia sul fronte della comunicazione.
L'esecuzione di Nimr, uno dei principali oppositori del governo
saudita ma che contava un forte seguito anche in Iran, ha
provocato una crisi diplomatica fra i due Paesi. Violente
manifestazioni si erano svolte a Teheran e a Mashad, dove la
folla aveva attaccato e incendiato l'Ambasciata e il consolato
saudita.