Strage di Kerman. Iran, arrestati «tutti i 32 terroristi». La Nobel attacca il governo
I funerali delle vittime dell'attentato suicida di Kerman, tenutisi il 5 gennaio
Le autorità giudiziarie iraniane hanno annunciato l'arresto di tutte le persone coinvolte nell'attacco suicida che ha causato 89 morti il 3 gennaio nella città di Kerman e che è stato rivendicato dallo Stato islamico (Isis/Daesh). Gli arresti sono stati condotti in cinque città, ha detto alla tv di stato il procuratore di Kerman, Mehdi Bakhshi. La strage era avvenuta durate una cerimonia di commemorazione nel quarto anniversario dell'uccisione da parte degli Usa dell'ex comandante delle milizie Qods, Ghassem Soleimani.
«Trentadue persone sono state arrestate in relazione al crimine di Kerman e vengono interrogate», ha detto Bakhshi. «L'incidente ha causato almeno 89 morti, tra cui 23 studenti e 13 cittadini afghani» ha aggiunto. Altre 248 persone erano rimaste ferite. Finora le autorità iraniane avevano arrestato 11 persone legate all'attentato e rivelato che uno dei kamikaze proveniva dal Tagikistan, mentre l'identità del secondo non è stata finora confermata.
Il procuratore di Kerman ha inoltre precisato che negli ultimi giorni nella provincia di Kerman sono state scoperte altre «16 bombe», «più potenti degli esplosivi portati addosso dai due attentatori suicidi di mercoledì». Ha aggiunto che negli ultimi mesi sono stati arrestati 23 membri del Daesh che stavano preparando attentati suicidi in tutta la provincia. Il procuratore ha fatto sapere che altre 64 bombe sono state scoperte in altre città.
Il governo ha subito forti critiche per la mancanza di sufficienti misure di sicurezza durante la cerimonia. L'attivista imprigionata e vincitrice del Premio Nobel per la pace 2023, Narges Mohammadi, ha affermato in un messaggio che l'esercito iraniano ha speso cifre enormi, sostenendo di aver annientato il Daesh e di aver rafforzato la sicurezza, «ma come mai il Daesh ha ripetutamente condotto attacchi nel cuore dell'Iran?».