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TEHERAN. Iran, «voto regolare»: Mussavi incita alla protesta

lunedì 22 giugno 2009
Non vi sono stati disordini nella notte a Teheran, per la prima volta dalle elezioni contestate del 12 giugno, secondo quanto riferisce la radio di stato iraniana. "A Teheran vi è stata la prima notte di calma e pace dalle elezioni", ha riferito l'emittente. Ieri sera, testimoni hanno detto a Reuters di aver sentito degli spari in due quartieri a nord della capitale, roccaforti del candidato sconfitto alle elezioni Mirhossein Mousavi.Almeno 10 persone sono state uccise sabato negli scontri in strada, secondo quanto riportato ieri dalla tv di stato.Il Consiglio dei Guardiani iraniano ha intanto fatto sapere stamattina che non ha finora riscontrato "irregolarità di rilievo" nelle elezioni presidenziali  del 12 giugno. Lo ha detto il suo portavoce, Abbasi Ali Katkhodai, citato oggi dalla televisione iraniana in lingua inglese Press Tv. In particolare, ha sottolineato Katkhodai, il Consiglio respinge quanto affermato in alcuni ricorsi secondo cui "in 170 città i voti sarebbero risultati essere più degli aventi diritto".Almeno 467 persone sono state arrestate durante i violenti scontri di sabato a Teheran, nei quali hanno perso la vita 10 persone. Lo riporta la radio di stato, precisando che gli arresti sono stati effettuati quando i manifestanti contro la rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad e le forze dell'ordine si sono scontrate in piazza Azadi. L'opposizione guidata dal candidato alle presidenziali sconfitto Mir Hossein Mussavi continua a sfidare il regime nonostante la durissima repressione delle autorità, con l'ex premier che ieri ha invitato i suoi sostenitori a rimanere fermi nella loro protesta.In un chiaro sostegno alle manifestazioni, Mussavi ha dichiarato: "Nelle vostre proteste astenetevi dalla violenza. Io, come una delle persone in lutto per le uccisioni di sabato, invito il mio caro popolo allamoderazione. La nazione vi appartiene". La televisione di stato ha accusato "terroristi" con armi da fuoco ed esplosivi per i disordini di sabato, nei quali sono inoltre rimaste ferite un centinaio di persone. Secondo l'agenzia Fars, 40 poliziotti sono rimasti feriti negli scontri e 34 edifici governativi danneggiati. Ieri, alcuni testimoni hanno riferito che la polizia e membri della milizia islamica Basiji pattugliano aree chiave di Teheran, ma non ci sono state manifestazioni dell'opposizione.Intanto continua il giro di vite del regime contro la libera informazione, con i media stranieri che continuano a non poter coprire le proteste. Un giornalista canadese che lavora nel Paese per Newsweek è stato arrestato senza accuse dalle autorità iraniane, mentre il corrispondente della Bbc ha ricevuto l'ordine di partire entro 24 ore. Il regime degli Ayatollah se l'è presa anche con i Paesi occidentali, in particolare Stati Uniti e Gran Bretagna, invitati da Ahmadinejad a non interferire negli affari interni del Paese dopo che il ministro degli Esteri Manouchehr Mottaki ha accusato Londra di aver pianificato per due anni il sabotaggio delle elezioni.Il ministro degli Esteri britannico, David Miliband, ha respinto le accuse che i manifestanti siano "manipolati o incitati" dai Paesi stranieri e ha denunciato quello che a suo parere è lo sforzo dell'Iran di trasformare la controversia elettorale in una "battaglia" con il mondo esterno.