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ANTOINE RENARD. Renard, Manif pour tous: è il governo a correre il rischio dell'estremismo

Daniele Zappalà giovedì 18 aprile 2013
​«Non attendo più nulla dal governo, ma molto invece dal presidente della Repubblica, che ha la responsabilità morale e politica di garante delle istituzioni e dal quale attendo adesso una prova di lucidità per il ritiro della bozza». A dirlo è Antoine Renard, presidente della Confederazione delle associazioni familiari cattoliche (Afc) francesi, oltre che portavoce della “Manif pour tous”.Come vivono le Afc la fase attuale?Si ha l’impressione di essere riusciti a mettere in campo un evento considerevole e a lungo atteso: una parte crescente della popolazione si esprime non per difendere interessi personali, ma per i principi, la società, il futuro della famiglia. Ci sono soddisfazione e grande speranza, ma pure una rabbia e una frustrazione reali nel vedere che il governo non vuole ascoltarci.Qual è il clima dentro la Manif?Nel quartier generale, prevalgono serenità e determinazione. Vogliamo proseguire in piena legalità, consapevoli che la forza del movimento sta proprio nella non violenza e non aggressività, nel rispetto e nella capacità di ascolto.C’è chi evoca rischi di radicalizzazione...Credo che il rischio sia dalla parte del potere e del resto ciò è estremamente inquietante e preoccupante. Non è il caso della Manif, anche se evidentemente, non essendo ascoltati, il tono è vieppiù fermo. È poi vero che ci sono molti giovani che si sono impegnati spontaneamente in questo grande movimento e che sono forse più impegnati. Rischiano di seguire degli eventuali leader emergenti poco ispirati, ma nella Manif non ci sono simili persone. Del resto, continuiamo a lanciare appelli alla calma. All’esterno della Manif, c’è un rischio di sbandate? È un rischio reale, ma sono convinto che certi gruppi non avranno presa popolare. Inoltre, il governo è colpevole nel provocare questo genere di reazioni, con la propria radicalizzazione. Persone isolate potrebbero bruciarsi le ali, ma non credo che saranno seguite. Inoltre, è irresponsabile da parte del governo puntare i riflettori su fenomeni marginali, anche se si tratta di un vecchio gioco tipico del potere. Crede ci sia stato un uso sproporzionato di mezzi di polizia contro la Manif?È chiaro. Ma vorrei sottolineare che pure la stampa si rende terribilmente complice di un’operazione di discredito totalmente ingiusta.  Ritiene che i cattolici siano una componente considerevole e anzi maggioritaria del movimento?Credo di sì. È la prova che, nonostante il calo della pratica religiosa, in Francia resiste una profonda cultura cristiana che si sta risvegliando.