Mondo

Asia. Indonesia: morta bambina in attentato ad una chiesa

lunedì 14 novembre 2016

La prima vittima dell’attentato di ieri alla chiesa di Samarinda (East Kalimantan) è una bambina di due anni, che non è sopravvissuta alle ferite e alle ustioni riportate. Olivia Intan Marbun - riferisce l'agenzia AsiaNews - stava giocando insieme ad altri bambini di fronte alla chiesa, in attesa che i genitori si salutassero, quando un ordigno artigianale è esploso travolgendo lei e gli altri minori. Triniti Hutahayan (4 anni), Anita (4) e Alfaro Sinaga (5) sono in gravi condizioni. Tutti i feriti dell’attacco sono di etnia Batak, membri della Chiesa protestante Batak.

La polizia ha arrestato il presunto assalitore, Jo Bin Muhammad Aceng Kurnia detto Johanda, un ex carcerato per crimini terroristici, sospettato di avere legami con il sedicente Stato islamico. Johanda era stato arrestato nel maggio del 2011 per aver progettato attacchi al Centro di scienza e tecnologia di Puspitek Serpong (South Tangerang, sud-ovest di Jakarta), ad un Centro di sviluppo nucleare e alla chiesa di Gading Serpong. Condannato a tre anni e sei mesi di reclusione, il terrorista è stato rilasciato su cauzione nel 2014, durante la festività islamica di “Eid al Mubarak”. È tradizione che durante questo periodo alcuni carcerati possano ottenere una riduzione della pena, come accade ai cristiani durante il Natale. Gran parte della società civile si chiede ora se questo non sia un provvedimento troppo permissivo nei confronti dei terroristi.

Invece di pentirsi, Johanda ha continuato a progettare attentati fino a quello di ieri. Secondo il capo della polizia indonesiana, Tito Karnavian, “Johanda è un membro del Jamaah Anshorut Tauhid (Jat)”, movimento estremista islamico fondato da Abu Bakar Bashir. Quest’ultimo, 77 anni, è stato condannato ad agosto a 15 anni di carcere per aver finanziato un campo d’addestramento di fondamentalisti ad Aceh. Insieme a Johanda sono state arrestate altre cinque persone in relazione all’attentato di ieri.

Il Sinodo delle Chiese protestanti indonesiane (Pgi) ha rilasciato un documento in cui definisce l’attacco terroristico “una tragedia umana”. Gli atti violenti, continua il comunicato, non possono mai essere la soluzione migliore per risolvere i problemi: “Chiediamo alle forze dell’ordine di affrontare questa emergenza il prima possibile"