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Stati Uniti. I gesuiti restituiscono la terra ai Sioux

Redazione Esteri giovedì 11 maggio 2017

Le proteste in North Dakota

Per i Sioux finalmente una buona notizia, dopo l’umiliazione subita a febbraio da parte dell’Amministrazione Trump. I gesuiti americani stanno restituendo più di 500 ettari di terra alla Rosebud Indian Reservation (RIR), riserva indiana sioux in South Dakota. L’operazione, secondo quanto ha fatto sapere l’agenzia Fides, dovrebbe essere completata alla fine di questo mese di maggio. Il governo degli Stati Uniti aveva concesso la proprietà ai gesuiti nel 1880, per chiese e cimiteri, secondo un video del padre gesuita John Hatcher, presidente della missione di San Francesco. “All'inizio della missione avevamo 23 stazioni missionarie - ricorda padre Hatcher -. Ma nel corso degli anni, mentre la gente si allontanava dalla prateria e dalla campagna, quelle chiese sono state chiuse perché non più utilizzate".

"È giunto il momento di restituire alla tribù tutti quegli appezzamenti di terra che sono stati consegnati alla Chiesa per scopi religiosi", ha aggiunto padre Hatcher, che sottolinea l'opportunità di restituire la terra che appartiene giustamente al popolo Lakota, di cui fanno parte i Rosebud Sioux. La terra riconsegnata “potrebbe essere utilizzata per scopi agricoli, per il pascolo. Potrebbe essere utilizzata per lo sviluppo della comunità. Potrebbe continuare ad essere utilizzata per scopi religiosi”, ha affermato Harold Compton, Vice direttore esecutivo della Tribal Land Enterprises, la società di gestione del terreno di Rosebud Sioux. Ci sono circa 25.000 persone registrate come Rosebud Sioux, di cui 15.000 vivono nella riserva.