La Corte Suprema di New Delhi ha
respinto un ricorso contro l'articolo 377 del
Codice penale indiano che punisce i rapporti omosessuali.
L'organismo giudiziario ha dunque confermato la posizione già espressa nella sentenza dell'11 dicembre
in cui cancellava quattro
anni di depenalizzazione del reato di omosessualità.
La sentenza ha
immediatamente sollevato le reazioni di protesta degli
omosessuali che in serata hanno organizzato una manifestazione a
India Gate, il monumento ai Caduti nel cuore della capitale. La Corte Suprema ha
detto che tocca al Parlamento e non al sistema giudiziario
modificare il provvedimento, che risale al periodo coloniale.
Formulato nel 1860 e mutuato dalla legislazione britannica,
l'articolo 377 afferma che "chiunque abbia volontariamente
relazioni carnali contro l'ordine naturale con qualsiasi uomo,
donna o animale sarà punito" con pene varianti fra alcuni anni
di prigione e l'ergastolo, "e multato".
La bocciatura di dicembre era stata impugnata dalla Naz
Foundation, un'Ong impegnata nella difesa dei diritti umani e
sociali in India, che considera incostituzionale questa norma
perché, tra l'altro, "viola il diritto alla salute" in quanto,
dichiarando i gay fuorilegge, "si impedisce loro l'accesso ai
servizi sanitari e alle strutture di prevenzione dell'Aids".
Nel 2009 l'Alta Corte di Delhi aveva depenalizzato i rapporti omosessuali tra adulti
consenzienti.