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India. Modi incassa la vittoria e rilancia l'«espansionismo indù»

Stefano Vecchia sabato 22 giugno 2024

Il premier indiano Narendra Modi nella Giornata internazionale dello yoga a Srinagar

Dopo la conferma al potere del Bharatiya Janata Party (Bjp) del premier Narendra Modi nelle ultime elezioni, lo Stato nord-occidentale indiano del Rajasthan, roccaforte induista, ha chiesto alla Corte Suprema di potere applicare una legge che criminalizzi la conversione religiosa. Si tratterebbe del 12mo Stato o Territorio dell’Unione (in buona parte quelli controllati dal Bjp) a applicare un provvedimento che si basa sull’assunto pretestuoso che religioni come quella musulmana e cristiana abbiano attivato campagne di conversione.

La prima attraverso unioni matrimoniali che ne favoriscano il sorpasso demografico sugli indù, la seconda con incentivi o coercizione. Nella realtà, la leggi anti-conversione, dove applicata, ha portato a maggiore controllo e discriminazione verso le minoranze religiose, che hanno visto crescere intimidazioni e violenze nei loro confronti. Una sorta di marcia inarrestabile, un moto espansionista ulteriore per la "supremazia dell'induismo", come accusano gli esponenti delle minoranze religiose del gigante asiatico.

Come segnala l’agenzia pan-asiatica UcaNews, la richiesta avanzata alla Corte suprema martedì scorso dal governo del Rajasthan, Stato con 70 milioni di abitanti, considerato un “baluardo” induista nei confronti del confinante Pakistan musulmano ma anche all’interno, sarebbe conseguenza della recente denuncia presentata da un avvocato e politico del Bjp con cui si chiedevano controlli più severi delle autorità federali e dei vari Stati verso le conversioni religiose al cristianesimo ottenute in modo fraudolento.

Si teme che altri governi regionali possano seguire le orme del Rajasthan, rilanciando l’identità induista del Paese proposta dal Bjp per risollevare le sorti di un gruppo politico al governo dal 2014. Condotto per la terza volta consecutiva alla vittoria a livello nazionale dal premier Narendra Modi nelle elezioni-fiume della primavera, in vari Stati e Territori il partito ha dovuto cedere terreno all’opposizione guidata dal Partito del Congresso nazionale indiano di cui è leader Rahul Gandhi.