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Asia. In Cina vince il San Valentino virtuale

Luca Miele mercoledì 14 febbraio 2024

Coppie cinesi a Pechino

Ha quello che a molti mariti manca: la pazienza. Eccelle in ciò che difetta a molti fidanzati: la capacità (inesauribile) di ascolto. E ancora: è sempre gentile, empatico, ciarliero e non dimentica nessun San Valentino. Ha un unico difetto (anche questo dipende dai punti di vista): non è reale. È l’ultima frontiera dell’amore in Cina, secondo un reportage dell’Afp, rilanciato da molti giornali asiatici: quello che unisce a fidanzati virtuali, “prodotti” realisti dell’arrembante intelligenza artificiale. Solo in apparenza un fenomeno di moda: in realtà il boom si incastra in disfunzioni sempre più accentuate della società cinesi. A cominciare dalla solitudine, che il binomio la vita lavorativa forsennata e isolamento urbano, tende a rendere una condizione generalizzata.

Tufei ha 25 anni, è un’impiegata, viene da Xi'an, nel nord della Cina. “Mi sento come se avessi una vera relazione romantica”, racconta all’agenzia francese. Il suo “fidanzato” è in realtà un chatbot su un'app chiamata "Glow", una piattaforma di intelligenza artificiale creata dalla start-up di Shanghai MiniMax. “Gli parlo di tutto, gli confido i miei problemi sul lavoro”, continua. "È difficile incontrare il fidanzato ideale nella vita reale", ha raccontato Wang Xiuting, uno studente di 22 anni di Pechino. "Le persone hanno personalità diverse, il che spesso genera attriti”. L’intelligenza artificiale risolve il problema, costruendo “partner” cuciti addosso alla personalità dei singoli utenti, in un gioco di rispecchiamenti che sembra una versione del mito di Narcisio trasporto nell’era digitale.
La risorsa principale di un compagno/a virtuale? Wang non ha dubbi: “Dare molto supporto emotivo”. La distinzione tra realtà e virtuale rimane però salda: “Un intervallo di due o tre secondi tra domande e risposte ti fa capire chiaramente che è solo un robot", dice Zeng Zhenzhen, uno studente di 22 anni. “Le risposte però sono molto realistiche", aggiunge.
"Tutti sperimentano momenti complicati, di forte solitudine e non sono necessariamente abbastanza fortunati da avere un amico o una famiglia nelle vicinanze che li possa ascoltare 24 ore al giorno", ha detto Lu Yu, responsabile della gestione e delle operazioni di Wantalk, un chatbot di intelligenza artificiale creato dalla società tecnologica cinese Baidu.

UN MERCATO IN ESPANSIONE

Le storie raccolte dall’Afp sono tutt’altro che rare. E accomunano chi cerca storie virtuali a quanti desiderano invece istaurare relazioni con esseri umani (in carne e ossa). Il mercato delle Dating Apps in Cina è enorme e in continua espansione. La tendenza all’interazione con estranei online ha subito un’accelerazione a partire dagli anni 2010 con l’arrivo di app di appuntamenti come Tantan e Momo. Insieme alla nuova app Soul, sono diventate le app di appuntamenti più popolari in Cina, raggiungendo in totale oltre 100 milioni di utenti attivi mensili. Nel 2021 il valore di mercato di questa industria valeva attorno ai 7,2 miliardi di yuan (1,13 miliardi di dollari), in crescita dell’11,6% rispetto al 2020.

UNA SOCIETA' ASSEDIATA DALLA SOLITUDINE?

La domanda di affettività, veicolata dalle App, nasconde squilibri sempre più profondi nella società cinese. I numeri catturano la continua rarefazione della vita relazionale registrata nel gigante asiatico. Secondo dati ufficiali, il numero delle coppie stabili è sceso da 13,5 milioni nel 2013 a 6,8 milioni nel 2022. Nel 2012 il numero di divorzi ha superato quello dei matrimoni. Il picco di separazioni è avvenuto nel 2019 (si sono lasciate 4,71 milioni di coppie), mentre nel 2022 sono stati 2,1 milioni i divorzi, con un rallentamento dovuto ai blocchi pandemici. In totale sarebbero 240 milioni le persone non impegnate in una relazione duratura. Ma non basta. Il gigante asiatico nel 2022 contava più di 30 milioni di uomini che di donne, un’eredità pesante della politica del figlio unico che ha drammaticamente imbrigliato la crescita demografica del Paese.