70 anni, molti passati in carcere ingiustamente. Il Vietnam scarcera prete difensore dei diritti
Il governo vietnamita ha liberato padre Nguyen Van Ly, il prete cattolico difensore dei diritti umani, incarcerato per avere promosso la libertà religiosa nel Paese comunista. Il rilascio del religioso, 70 anni, è stato un gesto di clemenza deciso dalle autorità a poche ore dall’arrivo nel Paese asiatico del presidente americano Barack Obama, da lunedì 23 a mercoledì 25 maggio, un avvenimento cruciale per il futuro economico del Paese. Come riferisce l’agenzia Asianews, «in queste ore diverse organizzazioni e attivisti pro-diritti umani lanciano un appello al capo della Casa Bianca, perché sollevi il tema delle persecuzioni e delle libertà – e non solo il commercio di armi – durante gli incontri con i vertici governativi». Padre Van Ly è stato condannato il 30 marzo 2007 a otto anni di prigione e cinque di residenza sorvegliata, con l’accusa di aver guidato un movimento per la democrazia chiamato «Blocco 8406», sorto nell’aprile 2006, con 2mila aderenti, e sostenuto gruppi illegali quali il Partito progressista del Vietnam. Non si trattava del suo primo periodo di detenzione: aveva infatti già trascorso 14 anni in carcere – tra il 1977 e il 2004 – per le battaglie condotte in difesa della libertà di religione e dei diritti umani in Vietnam. Nel 2009 era stato colpito da un ictus in prigione, restando per un certo periodo semi-paralizzato.
Fonti dell’arcidiocesi cattolica di Hue citate da Asianews riferiscono che appena uscito di prigione padre Nguyen Van Ly appariva molto provato, «non riusciva a stare dritto e camminava tutto ricurvo» anche se a livello «spirituale» è sempre «brillante e determinato». Lo prova il commento che avrebbe rilasciato a chi gli riferiva che la liberazione è un gesto di «perdono» delle autorità di Hanoi: padre Van Ly ha replicato che non può essere perdonato per colpe che non ha commesso.