Il rogo. Il Papa: «Notre-Dame torni a essere segno di fede». Salvi croce e altare
La croce si è salvata: l'interno danneggiato di Notre Dame (Epa/Ansa)
A seguito dell'incendio della cattedrale di Notre-Dame, «mi associo alla tua tristezza, così come a quella dei fedeli della tua diocesi, degli abitanti di Parigi e di tutti i francesi» scrive il Papa in un messaggio all'arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit, auspicando che Notre-Dame «possa ridiventare, grazie al lavoro di ricostruzione e alla mobilitazione di tutti, splendido scrigno nel cuore della città, segno della fede». Dal rogo si sono sicuramente salvati, oltre ai muri perimetrali e al rosone della facciata, l'altare e la croce.
Nel pomeriggio papa Francesco ha parlato al telefono con il presidente francese Emmmanuel Macron, esprimendo "solidarietà ai francesi". Lo stesso Macron in un discorso alla nazione pronunciato alle 20 si è rivolto ai francese e agli "stranieri che amano la Francia", promettendo di ricostruire la cattedrale in 5 anni.
La lettera del Papa
«In questi giorni santi, dove ricordiamo la passione di Gesù, la sua morte e la sua resurrezione, ti assicuro la mia vicinanza spirituale e la mia preghiera» scrive il Papa all'arcivescovo di Parigi. «Questo disastro ha seriamente danneggiato un edificio storico. Ma sono cosciente che ha colpito anche un simbolo nazionale caro ai cuori dei parigini e dei francesi nella diversità delle loro convinzioni. Perché Notre-Dame è il gioiello architettonico di una memoria collettiva, il luogo di ritrovo per molti eventi importanti, la testimonianza di fede e preghiera dei cattolici in città», sottolinea il Papa.
Francesco rileva ancora «il coraggio e il lavoro dei vigili del fuoco che sono intervenuti» e auspica che «la cattedrale di Notre-Dame possa ridiventare, grazie al lavoro della ricostruzione e la mobilitazione di tutti, lo splendido scrigno nel cuore della città, segno della fede di coloro che l'hanno costruita, chiesa madre della tua diocesi, patrimonio architettonico e spirituale di Parigi, Francia e umanità».
Già questa mattina in un tweet il direttore della Sala Stampa vaticana, Alessandro Gisotti, aveva scritto che «il Papa è vicino alla Francia, prega per i cattolici francesi e per la popolazione parigina sotto lo shock del terribile incendio che ha devastato la cattedrale di Notre-Dame. Assicura le sue preghiere per tutti coloro che cercano di far fronte a questa drammatica situazione».
Ieri sera il portavoce aveva affermato: «La Santa Sede ha accolto con incredulità e tristezza la notizia del terribile incendio che ha devastato la Cattedrale di Notre Dame, simbolo della cristianità in Francia e nel mondo». «Esprimiamo vicinanza ai cattolici francesi e alla popolazione di Parigi e assicuriamo le nostre preghiere per i pompieri e quanti stanno facendo il possibile per far fronte a questa drammatica situazione».
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Il messaggio della Cei
«Addolorati per le fiamme che bruciano la cattedrale di Notre Dame», i vescovi italiani hanno inviato «un abbraccio fraterno all’arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit, e a tutti i fedeli della città e della Francia intera». E aggiungono: «Uniamo le nostre preghiere per i fratelli francesi a quelle dei molti che, in queste ore, vedono bruciare 800 anni di patrimonio comune della fede. È un momento molto triste per tutti».
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Nella notte domato l'incendio
Notre-Dame, cattedrale di Parigi, capolavoro gotico e patrimonio dell'umanità, è stata divorata da un maxi incendio, ma la sua struttura, la facciata e i tesori che custodisce sono stati salvati. La sua guglia, uno dei simboli della capitale francese, è crollata dopo essere stata preda per più di un'ora delle fiamme.
«L'incendio è spento, ma la stabilità della cattedrale e la profondità strutturale del danno sono ancora incerti», ha detto il segretario di Stato francese all'Interno, Laurent Nunez, arrivato sul posto all'alba. Si è tenuta questa mattina una riunione di esperti per fare il punto con i vigili del fuoco, anche per capire se questi potranno continuare la loro missione all'interno della cattedrale. «Sul posto - ha detto Nunez - sono ancora al lavoro un centinaio di vigili del fuoco con otto mezzi antincendio. La questione - ha concluso - è strutturale: sapere come l'edificio resisterà».
La volta della navata centrale è crollata in alcune sezioni e sul transetto, dove poggiava la guglia: lo si vede nelle prime immagini riprese dall'interno della cattedrale nella notte dai vigili del fuoco. Dalle voragini sulla volta si vedono i bagliori della struttura del tetto che ancora brucia. I rilievi in marmo appaiono bruniti dal fumo e in fondo all'abside si vede la croce dell'Altare maggiore. A terra pezzi di legno fumante.
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Si ferma la politica francese
Piangono i parigini, si ferma la politica, come ha voluto il presidente Emmanuel Macron, che lunedì sera avrebbe dovuto annunciare in diretta tv importanti riforme. E che, in preda alla commozione, ha dato il primo segnale di riscossa: «La ricostruiremo tutti insieme».
Non lo dimenticheranno i tanti parigini che lunedì sera sono usciti di casa e hanno raggiunto sul parapetto della Senna, a sud dell'Ile-de-la-Cité, i turisti allontanati dalla spianata della cattedrale subito dopo le 18.50, quando le fiamme hanno cominciato a divampare su un'impalcatura. I lavori di ristrutturazione, un cantiere gigantesco, erano cominciati da pochi giorni. In particolare era da ristrutturare e rinforzare il tetto della cattedrale, quello che - sotto la violenza delle fiamme e il peso della guglia - è crollato.
Non ci sono feriti tra i fedeli o i turisti, l'unico in gravi condizioni è un pompiere, uno dei 500 intervenuti con ingenti mezzi per tentare di domare le fiamme che continuavano ad avanzare inesorabili. Non si sono visti Canadair, perché lanciare bombe d'acqua dall'alto avrebbe potuto causare danni se possibile peggiori. Lunedì a tarda sera le fiamme erano meno intense e i pompieri hanno annunciato che la struttura della cattedrale «è salva». Il rettore ha aggiunto che reliquie preziose come «la corona di spine» di Cristo - stando alla tradizione - è intatta.
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Le indagini: pista «accidentale»
Attualmente «viene privilegiata la pista accidentale», quella delle fiamme partite dal tetto in ristrutturazione. Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Parigi, aggiungendo che allo stato non vi sono indicazioni che vadano «in direzione di un atto doloso». A quanto spiegato dal procuratore Rèmy Heitz parlando con i giornalisti proprio di fronte a Notre Dame, «cinque società sono intervenute al cantiere nella cattedrale, e oggi gli inquirenti hanno cominciato a sentire i lavoratori di queste società». Heitz ha anche fatto sapere che la polizia giudiziaria ha mobilitato quasi 50 investigatori sul caso. Ma le indagini, affidate alla Direzione regionale della Polizia giudiziaria, si preannunciano lunghe e delicate. L'ipotesi di reato è quella di danneggiamento colposo.
A France Info il procuratore Heitz ha riferito che ci sono stati due allarmi per Notre Dame, ma solo al secondo sono scattate le procedure d'intervento: «Il primo alle 18.20, ma non è stato trovato alcun principio d'incendio», «il secondo alle 18.43 e solo allora sono intervenuti», evacuando la cattedrale.