Usa. Il nuovo bando di Trump: stop a Nordcorea, Venezuela e Ciad
Ci sono anche Venezuela, Corea del Nord e Ciad nella nuova lista di Paesi i cui cittadini avranno il divieto di viaggiare negli Stati Uniti per un periodo di tempo non definito. È il nuovo decreto firmato dal presidente Usa Donald Trump, che impone restrizioni a otto Paesi in tutto (anche a Iran, Libia, Siria, Yemen e Somalia, mentre è stato “riabilitato” il Sudan) a causa della poca sicurezza o della mancanza di cooperazione a livello di intelligence con Washington. Le autorità americane hanno deciso una proibizione totale di viaggi ai cittadini di Corea del Nord e Ciad, mentre le restrizioni per il Venezuela si limitano ai funzionari di una lunga lista di entità del governo e ai loro familiari.
La nuova normativa, che entrerà in vigore il 18 ottobre, impone procedure speciali di controllo per "individuare tentativi di ingresso negli Stati Uniti a terroristi o altre minacce alla sicurezza pubblica". "Come presidente devo agire per proteggere la sicurezza e gli interessi degli Stati Uniti e del suo popolo", ha scritto Trump nell’ordine in cui si annunciano le nuove misure. "Rendere l'America sicura è la mia priorità numero uno, noi non ammetteremo nel nostro Paese le persone che non possiamo controllare con sicurezza", ha poi aggiunto su Twitter il presidente Usa.
Nella nuova lista vi sono dei Paesi non musulmani, come Corea del Nord e Venezuela, a differenza del controverso “travel ban” che, nelle sue diverse versioni, comprendeva solo Paesi islamici, cosa ritenuta discriminatoria e quindi incostituzionale dai diversi giudici che l'hanno bloccato. Il “travel ban”, anche noto come “muslim ban”, aveva una durata di 90 giorni e ha provocato nei mesi scorsi sdegno negli Usa e nel mondo intero. A chi proveniva dai sei Paesi inclusi nella lista non era consentito l'ingresso negli Usa a meno che non dimostrasse di avere rapporti con un cittadino o un'azienda americana.
A differenza di questo provvedimento, che ha creato caos negli aeroporti e che è stato contestato dalle Corti federali, i funzionari sostengono di aver lavorato per mesi alle nuove misure in collaborazione con le agenzie e con i governi stranieri. Tra i primi commenti al nuovo bando di Trump si segnala quello del ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, che ha sottolineato su Twitter: "La falsa empatia di Trump per gli iraniani suona sempre più vuota, con il suo nuovo e ancor più offensivo divieto di viaggio contro meritevoli cittadini".