Asia Bibi, intervista/2. «Ingerenze straniere usate per accendere la protesta»
L'avvocato Sardar Mushtaq Gill
Sardar Mushtaq Gill, avvocato dell’Alta corte, impegnato a cercare la modifica della «legge antiblasfemia » e a capo dell’organizzazione Legal Evangelical Association Development, è da tempo costretto alla clandestinità per evitare le ritorsioni degli estremisti religiosi. A lui abbiamo chiesto una breve analisi dopo l’assoluzione della mamma cattolica.
Che cosa pensa della decisione dei giudici che dopo nove anni hanno riportato la giustizia al ruolo che le attiene? L’atteggiamento della Corte Suprema è stato molto coraggioso. I giudici conoscevano bene le conseguenze per loro, per le proprie famiglie e per il paese, ma ha prevalso il senso del dovere. Tuttavia il loro atteggiamento è stato condannato da musulmani estremisti che non ritengono Asia Bibi un martire e ne chiedono la morte, mentre invece qualificano come «martire » Mumtaz Qadri, l’omicida nel gennaio 2011 del governatore della provincia del Punjab, Salman Taseer, che aveva auspicato la liberazione di Asia Bibi e che la stessa Corte ha condannato all’impiccagione, eseguita nel 2016.
La sentenza di assoluzione ha avviato nuove, fortissime, tensioni. Si registrano scontri, scuole cristiane chiuse soprattuttoi nel Punjab. Cariche della polizia. Erano attese queste manifestazioni di massa, chiaramente eteroguidate? Sicuramente, la sentenza ha posto nel mirino la Corte Suprema la cui giudizio non vale solo per Asia Bibi ma riguarda alla fine tutti i cristiani. Alcuni mullah avevano chiarito, anche via Internet, che vi fosse stato un giudizio di assoluzione vi sarebbe stata una reazione a livello nazionale. Al momento la situazione più rischiosa è nella provincia del Punjab (dove nel carcere di Multan è rinchiusa Asia Bibi). È possibile l’imposizione del coprifuoco, qui come altrove.
Vi è il rischio di una violenza ancora maggiore che coinvolga i cristiani? I cristiani che conosco sono sulla difensiva. Il rischio di una ritorsione è forte e potrebbe manifestarsi in ogni momento. Personalmente credo che la persecuzione si intensificherà, dato che i gruppi estremisti hanno un forte impatto sociale e sono molto organizzati. La loro convinzione è che la liberazione di Asia Bibi sia stata possibile solo per ingerenza straniera, «crociata », e questo mette a rischio la donna ma anche la comunità di appartenenza. Per gli estremisti, l’esiguità delle minoranze (complessivamente il sei per cento della popolazione) implica una loro subordinazione.
Che ruolo possono giocare le autorità, soprattutto quelle nazionali? Potrebbero sicuramente fare di più verso l’estremismo ma, come è stato dimostrato nel tempo, non tengono in gran considerazione le fatwa, le minacce e le mosse degli estremisti. Se ci fosse un’azione più decisa a tutela della legalità, il Paese potrebbe vedere qualche sbocco. Basti pensare che recentemente il premier neo-eletto, Imran Khan, che nonostante l’appoggio delle minoranze accoglie nel suo partito elementi vicini all’estremismo, è stato costretto a allontanare un suo consigliere di fede Ahmadiyya, mostrando di subire le pressioni degli islamisti radicali.