La contraerea iraniana. Il lanciarazzi sovietico robotico e senza freni
Il Tor M1
E' l’indiziato numero uno dell’abbattimento: il Tor M1, un sistema antiaereo a corto raggio di origine sovietica, esportato non solo in Iran, ma anche in Venezuela, Grecia, Cipro, Egitto. Otto missili e un radar di acquisizione e tiro compongono il veicolo da combattimento. Il sistema è robotico, fortemente automatizzato. Lascia all’equipaggio poco lavoro da fare e poco controllo. Ha tempi di reazione strettissimi: passano 8-12 secondi dall’acquisizione dell’obiettivo al tiro, che avviene a veicolo fermo. L’equipaggio del posto comando, separato, può interrompere il lancio prima di quel lasso di tempo, altrimenti è fuori gioco. Possibili gli errori. Parliamo di tre uomini, un comandante, un autista e un operatore ai sistemi d’arma, non sempre preparatissimi, specie in Iran. I missili del Tor sono lanciati verticalmente. Una volta esplosi, hanno un raggio massimo di 12 chilometri a una quota di 46. Sono guidati contro l’obiettivo da un sistema radio, che li fa detonare a poca distanza dal bersaglio, investito da miriade di schegge. È quanto sarebbe successo al Boeing 737.