Il conflitto mai finito. Siria, si muore anche per un fungo. Ma non perché è velenoso
In Siria è conosciuto come al-kama’a, un appellativo che suona di funesto, «il frutto della morte», eppure il tartufo del deserto, la Terfeziaceae, una prelibatezza rinomata in tutto il Medio Oriente e in alcune parti del Nordafrica, non è tossico o velenoso. Anzi, per il suo gusto unico come quello di un fungo terroso, è utilizzato in diversi piatti tradizionali arabi e vanta anche alcuni benefici per la salute. Questo particolarissimo fungo ipogeo che cresce nel deserto siriano, nella Badia, soprattutto in primavera è considerato alquanto raro, a causa della scarsità di piogge e della difficoltà di acquisire un buon esemplare. Fattori che ne aumentano il prezzo di mercato, che può variare dai sei fino ai dieci dollari al chilo.
È diventato una fonte di sostentamento per molte famiglie siriane, il cui reddito mensile nelle aree sotto controllo governativo oggi non supera i quindici dollari. Il perdurare della guerra, che ha prodotto perdite economiche per 200 miliardi di dollari, e delle sanzioni Usa del Caesar act, ha ridotto alla fame intere comunità. Ma la ricerca di quel gioiello nelle sabbie del deserto non è priva di insidie e spesso si è rivelata fatale per donne, uomini ma soprattutto bambini che, scrutando il terreno alla ricerca del punto in cui è crepato o leggermente rialzato, affondano le mani e al posto del fungo, si imbattono nelle micidiali mine antiuomo.
Centinaia di morti
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani nel solo 2019 sono state 98 i cercatori di tartufi uccisi dalle mine, fra cui 45 donne e sei i bambini. Il numero delle vittime pare essere di gran lunga maggiore, 470, dato che gli incidenti non sempre vengono denunciati. L’ultimo si è verificato nelle scorse settimane, quando secondo fonti locali cinque civili sono morti, mentre altri quindici sono rimasti feriti dopo l’esplosione del loro veicolo, colpito da una mina vicino alla città di Salamiyah, nella campagna di Hama. Il territorio è completamente coperto da mine e dal 2017, il Servizio di azione contro le mine dell’Onu ha individuato 429 aree contaminate da Nord a Sud della Siria. Solo lungo il confine turco-siriano, le autorità di Ankara hanno denunciato la presenza di 613mila mine, mentre secondo Landmine Monitor, Raqqa è il quinto luogo al mondo col maggior numero di esplosivi piazzati per terra, negli edifici, nelle scuole dai miliziani del Daesh. Persino la riesumazione dei cadaveri dalle fosse comuni subisce dei forti rallentamenti a causa degli ordigni fantasma.