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Pakistan. Il Corano diventa obbligatorio a scuola

Stefano Vecchia, Bangkok venerdì 1 settembre 2017

L’approvazione il 25 agosto da parte del Senato della “Legge sul sacro Corano 2017”, già licenziata anche dall’Assemblea nazionale il 19 aprile, apre in Pakistan all’insegnamento del Testo sacro per i musulmani in tutti i 12 anni della scuola dell’obbligo. Un provvedimento sollecitato dal ministero dell’Istruzione che non ha avuto ostacoli di rilievo nel suo iter parlamentare che è stato anche particolarmente rapido. «Secondo gli obiettivi della legge, essa servirà a far meglio comprendere il messaggio divino, a garantire la reazione della società, a alimentare pace e tranquillità, a promuovere valori umani prevalenti di verità, onestà, integrità, forza di carattere, tolleranza, comprensione dei punti di vista e dei modi di vita altrui», viene indicato nella legge che ottempera alla responsabilità segnalata nel secondo paragrafo dell’articolo 31 della Costituzione che «lo Stato debba impegnarsi a rendere obbligatori gli insegnamenti del Sacro Corano e del dettato islamico».

Un provvedimento in linea, quindi con l’essenza islamica del Paese asiatico, ma anche aperto a contestazioni, in particolare da parte di chi lo ritiene ulteriormente discriminatorio per i nonmusulmani. Ancor più perché nessun programma alternativo è stato annunciato per gli studenti di altre fedi minoritarie nel Paese. Interpellato dall’agenzia Fides, padre Inayat Bernard, condirettore della rivista The Christian View e Rettore del Seminario minore di Santa Maria a Lahore, ricorda che «in Pakistan, nella scuole di ogni ordine e grado, pubbliche o private, gli studi islamici sono già obbligatori nel curriculum delle materie insegnate. Nelle scuole cristiane abbiamo numerosi docenti musulmani, tuttavia, aggiungendo lo studio specifico del Corano che andrà insegnato in lingua araba, significherà trovare e assumere altri insegnanti, e questo non sarà facile per gli istituti cristiani». La nuova legge, infine, contrasta anche con la richiesta crescente dei battezzati di potere disporre di garanzie che nel campo educativo consentano di superare le discriminazioni attuali.