Ucraina. Zelensky da Biden chiede soldi e armi, ma in Congresso cresce il fronte del no
L’arrivo alla Casa Bianca del leader ucraino: Volodymyr Zelensky con la moglie Olena e Joe Biden con Jill
Nel giorno in cui la Russia ha rilanciato la sua strategia di colpire le infrastrutture energetiche ucraine in risposta ai raid in Crimea, Volodymyr Zelensky lancia un messaggio accorato al Congresso americano: «Se non riceviamo gli aiuti, perderemo la guerra». A Washington, però, il presidente ucraino ha raccolto molta solidarietà e pochi impegni concreti. I 24 miliardi di dollari in aiuti addizionali chiesti ai parlamentari da Joe Biden di certo non saranno approvati quest’anno, ha fatto sapere il leader della minoranza repubblicana del Senato, che ha comunque a parole difeso il sostegno americano a Kiev come necessario. «Non è carità – ha detto Mitch McConnel–. È un investimento nei nostri interessi diretti. Ridurre la potenza militare della Russia aiuta a scoraggiare il nostro principale avversario strategico, la Cina».
Peccato che «altre priorità», come debito pubblico e immigrazione impediscano al Congresso di approvare altri finanziamenti Usa all'Ucraina di qui alla fine dell’anno, ha aggiunto. «Sentite, dobbiamo occuparci della nostra casa fiscale qui in America. L’unica cosa che so è che se il presidente si concentra solo sull’Ucraina, beh, 10.000 persone hanno appena attraversato il confine e lui vuole ignorarlo», ha concluso McConnell. Sono toni chiaramente elettorali che non faranno che intensificarsi a partire da gennaio, quando inizieranno le primarie per le presidenziali del novembre 2024.
Le preoccupazioni domestiche, legate al voto del prossimo anno, sono in primo piano anche per i democratici, un numero crescente dei quali trova sempre più difficile spiegare ai propri elettori perché il Congresso continua a versare decine di miliardi a Kiev quando rischia uno shutdown a causa di disaccordi sul budget.
Persino il leader della maggioranza al senato, il democratico Chuck Schumer, ha ammesso dietro le quinte di non essere sicuro di poter raccogliere i voti necessari per far approvare dalla Camera la promessa di Biden di concedere a Zelensky nuove armi di difesa aerea (con l’esclusione, per ora, dei missili Atacms a lungo raggio).
«Come ci ha ricordato il presidente Zelensky, si tratta anche della sicurezza americana, perché un Putin vittorioso sarebbe un Putin rafforzato», si è limitato a dire ieri il capogruppo, riservando però la maggior parte dei suoi commenti alla stampa alle critiche ai repubblicani della Camera per le loro proposte di finanziamento a breve termine del governo Usa. Mentre la solidarietà di Washington nei confronti delle continue richieste di armi e denaro da parte dell’Ucraina si assottiglia, Kiev ha fatto sapere di aspettarsi «mesi difficili» dopo il massiccio attacco russo della notte scorsa in varie regioni del Paese, prevedendo che la Russia continuerà a colpire attaccare le infrastrutture essenziali dell'Ucraina per lasciare la popolazione civile al buio e al freddo, come nell'inverno dell'anno scorso.
È Zelensky ha fatto di tutto per dimostrare la sua gratitudine al popolo americano, anche deponendo con la moglie mazzi di girasoli al Memoriale nazionale del Pentagono dell'11 settembre.