L’iniziativa lanciata dal pastore Terry Jones di bruciare copie del libro sacro ai musulmani è apparentemente in linea con il fondamentalismo cristiano professato dal “Dove outreach center”.La piccola chiesa di Gainesville, in Florida, pur non seguendo alcuna denominazione si affianca infatti al movimento pentecostale che, spesso, si pone in una diretta lotta spirituale contro le forze del male. «I cristiani devono ritornare alla verità della Bibbia» fa appello Jones dal suo sito Web, sottolineando che «ogni religione che professa nient’altro che questa verità appartiene al diavolo. Ecco perchè ci opponiamo anche all’Islam che insegna che Gesù non è il figlio di Dio», spiega il pastore. Il quadro, però, assume una visione diversa se si esamina più a fondo l’operato del centro. Nella progressista cittadina di Gainsville, dove ha sede il campus dell’Università della Florida, il pastore dai baffoni bianchi e il suo seguito di circa cinquanta membri non è finora stato considerato particolarmente. La "visione mondiale" che il reverendo Jones intenderebbe apportare alla sua chiesa è però una chiara indicazione delle aspirazioni che quest’uomo di 57 anni originario del Missouri che solo due anni fa perse la leadeship di una piccola chiesa di Cologne, in Germania, a causa delle sue controverse dichiarazioni teologiche. Secondo alcuni membri, nei due anni in cui Jones si è trovato alla guida del centro in Florida, la chiesa in questione avrebbe continuato a fare opere di carità e a insegnare l’obbedienza alle parole della Bibbia. Altri, però, che si sono dissociati dal “Dove world outreach” – tra cui la figlia 29enne di Jones, Emma – la descrivono quale un "culto" dove il rigore è mirato soprattutto all’arricchimento (e non in termini spirituali) di Jones e della moglie Sylvia. Il fondamentalismo cristiano rimarrebbe la base della comunità e spiegherebbe le ragioni per cui altre iniziative controverse messe in atto da Jones sarebbero state accettate senza discussioni. Nel 2009, alcuni figli di membri della chiesa sarebbero stati mandati a scuola con magliette che inneggiavano a Dio e condannavano l’Islam quale religione del diavolo - indumenti indossati tra l’altro a un rally a favore di Fathima Rifqa Bary, la ragazzina dell’Ohio fuggita da casa a 16 anni dopo aver ricevuto minacce di morte da parte dei propri genitori per essersi convertita al cristianesimo. La chiesa mantiene anche la DWO Academy, una scuola per futuri leader religiosi dove alla mezza dozzina di studenti arruolati è proibito, per tutti i tre anni di studi, alcun contatto con la famiglia. In un tale clima di violenza mentale nessuno quindi si oppone alle molte ore di lavoro gratuito a favore della società TS & Co. – di proprietà di Sylvia Jones e situata sulla proprietà della chiesa – che vende mobili sul sito ebay. Ora ad arricchire il pastore si sarebbero aggiunte le vendite di magliette e del libro “l’Islam è del diavolo” pubblicato quest’anno. L’iniziativa di bruciare copie del Corano e la relativa controversia andrebbe quindi ad aumentare tale giro d’affari: molti sostenitori anti-musulmani hanno infatti già inviato copie del libro per alimentare il rogo e probabilmente acquisteranno la mercanzia di Jones. Tutta l’attenzione finora ricevuta ha però iniziato ad avere ripercussioni negative. La chiesa ha perso lo stato di organizzazione "non profit" con le relative facilitazioni fiscali e l’intero complesso sarebbe in vendita.