Il minimo salariale fissato dal governo Usa era fermo a 7,25 dollari dal 2009, dopo essere gradualmente aumentato dai 25 centesimi del 1933. Il problema, però, non risiede solo nella cifra fissata dalla legge federale, quanto piuttosto nel potere d’acquisto del minimo orario – che ha toccato il massimo nel lontano 1968. Ecco perchè, nonostante il “minimum wage” sia stato ritoccato più volte, nel 1990 a $3,35 l’ora, nel 2007 a $5,15 l’ora – in entrambi i casi dopo 10 anni di stallo – e più recentemente quattro anni fa, nel luglio del 2010 il Congresso ha concesso ai singoli stati Usa il potere di fissare un livello salariale minimo al di sopra di quello nazionale. Mentre quindi a New York i lavoratori di McDonald’s guadagnano una cifra sufficiente ad acquistare due panini, al di la’ del fiume, in New Jersey, i loro colleghi guadagnano un dollaro in più l’ora – pari al Nevada, l’Illinois e il Connecticut. Più fortunati, invece, i lavoratori del Vermont che ricevono un minimo di 8,60 dollari, dell’Oregon con 8.95 dollari e di Washington con 9,19 dollari.