Siria. Dal fratello ai ministri, il fuggi-fuggi dei gerarchi di Assad: dove sono ora
Di assodato, c'è ora che Bashar al-Assad ha trovato asilo in Russia, anche se ufficialmente non si sa dove. Tutti gli altri gerarchi del suo regime – dai comandanti dell'esercito ai vari dirigenti dell'intelligence e ai capi delle milizie filo-Assad dei Shabbiha – sono in luoghi presunti, ancora da verificare. Secondo varie fonti, Maher al-Assad, ex comandante della Quarta divisione, sarebbe andato su tutte le furie quando ha saputo della fuga senza preavviso del fratello. Sarebbe tuttavia riuscito ad arrivare a Baghdad via terra poco prima che il valico di Boukamal fosse sottratto al controllo governativo. Altre voci indicano che avrebbe sì raggiunto l'Iraq, ma a bordo di un elicottero, insieme a Raif Kuwatli, l'uomo d'affari custode dei suoi segreti. La sua famiglia sarebbe invece arrivata “in una capitale araba” via Beirut, mentre il suo vice, il brigadiere generale Ghassan Bilal, sarebbe stato bloccato alla frontiera dalla sicurezza libanese insieme al colonnello Firas Kreidi.
Altre fonti sostengono invece che Maher si trova a Dubai, dove peraltro vive da anni la sorella Bushra. Un responsabile militare dell'aeroporto di Damasco ha affermato ad al-Jazeera che cinque alti ufficiali hanno lasciato la capitale siriana a bordo di uno Yak-40 alle 4.30 di domenica scorsa, mezz'ora prima dell'arrivo dei ribelli. Probabilmente verso Bengasi. Si tratta del ministro della Difesa Ali Abbas, del capo dell'Aeronautica militare Tawfiq Khaddur, del capo intelligence dell'Aeronautica Qahtan Khalil e di due brigadieri generali. Il quotidiano libanese Nida' al-Watan ha afferma nei giorni scorsi che molti esponenti del regime Baath sono riusciti a entrare in Libano grazie alla “connivenza” di un alto ufficiale libanese in servizio al valico di frontiera di Masnaa.
Alcuni funzionari, sostiene ancora il quotidiano, avrebbero ricevuto tangenti «per migliaia di dollari» per agevolare l'ingresso dei fuggiaschi, mentre il ruolo di Hezbollah «si è limitato a sostituire le loro targhe siriane in altre libanesi». A confermare le voci, il fatto che il capo della Sicurezza libanese ha chiesto l'allontanamento del sospettato ufficiale e la sua sostituzione con un altro più fidato. Il quotidiano passa poi alcuni casi, incrociando i dati ottenuti da diverse fonti locali. Nella periferia sud di Beirut, sotto la protezione di Hezbollah, si troverebbe il generale siriano Ali Mamluk, a lungo capo indiscusso del Dipartimento sicurezza dello Stato, prima di essere nominato consigliere di Assad per la sicurezza nazionale. Non ci sono notizie confermate su Rami Makhluf, il cugino materno più famoso di Bashar e magnate della telefonia mobile siriana, almeno fino alla confisca di molti suoi beni – un patrimonio da 15 miliardi di dollari – dopo una disputa con l'entourage di Assad e della moglie Asma. Si sa invece che suo fratello Ihab Makhluf è rimasto ucciso «in un agguato» durante il tentativo di raggiungere il Libano. La madre sarebbe invece riuscita, sempre secondo Nida' al-Watan, a trovare una sistemazione nel prestigioso Phoenicia Hotel di Beirut. L'elenco dei fuggiaschi comprende molti altri cugini di primo e secondo grado di Bashar. Riad Shalish, che ha gestito per anni gli appalti militari miliardari, non sarebbe riuscito, nella sua fuga precipitosa, a portare via tutti i lingotti d'oro che aveva accumulato. Suo nipote Firas Shalish, dedito con lo zio Zuhair Shalish – noto con il soprannome Zul-Himma, a capo della sicurezza personale di Bashar – al contrabbando di armi e che faceva da prestanome alla famiglia Assad si troverebbe nel Movenpick della capitale libanese. Nello stesso albergo avrebbe trovato riparo anche Khaled Qaddour, uomo d'affari legato a Maher al cui carico pendono sanzioni americane.
Bashar e Yasar Talal sarebbero scappati via mare da Latakia o Tartus, forse verso Cipro o la Grecia come hanno fatto Imad Ahmad, Hayel Anwar e Hafez Munzer. Dal porto di Jable, vicino alla base aerea russa di Hmeimim, sarebbe scappato Hafez Makhluf, un altro fratello di Rami che aveva optato per la carriera militare nella sicurezza di Stato. Suleiman Hilal al-Assad è dato per giunto in Russia. Altri a Londra con il favore della doppia cittadinanza.