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Attentato di Berlino. I musulmani: noi alla veglia di Natale con i cristiani

Lucia Capuzzi inviata a Berlino giovedì 22 dicembre 2016

«I morti di Berlino ci appartengono. Come ci appartengono quelli di Parigi, Bruxelles, Istanbul. Ci fa soffrire e ci indigna che, come pare, qualcuno abbia strumentalizzato l’islam per compiere una simile barbarie. Per dimostrare la nostra profonda vicinanza ai parenti delle vittime, ai feriti, alla nazione di cui siamo parte, parteciperemo – ciascuno nella propria città – alle Veglie di Natale, sabato». Aiman Mazyek parla svelto, con una punta di accento di Colonia, dove risiede. E dove ha la sede principale il Consiglio centrale dei musulmani della Germania (Zmd), l’organizzazione di cui è responsabile. Ne fa parte un terzo delle circa 2mila moschee sparse per il Paese.

«Là – aggiunge Mazyek – domani pregheremo per quanti sono stati colpiti dalla violenza insensata mentre passeggiavano per un popolare mercatino natalizio». Il Consiglio è in prima linea, in questi giorni, nell’organizzazione di iniziative di solidarietà con le vittime del Kudamm. «Non possiamo limitarci a condannare. Quello di lunedì è stato un attacco alla democrazia. Tutti ne siamo stati feriti. Sentiamo il dolore sulla nostra carne. Dobbiamo reagire. Ribadendo che l’odio e il fanatismo non ci divideranno. Martedì, nella chiesa del Ricordo, l’abbiamo dimostrato in modo inequivocabile. Eravamo là, fianco a fianco, cattolici, protestanti, islamici, ebrei, atei. Abbiamo pianto insieme e insieme abbiamo gridato che vogliamo e possiamo vivere insieme ». Là è maturata l’idea di partecipare alla Messa del 24 dicembre che il Consiglio ha proposto ai propri esponenti.

«Abbiamo, inoltre, lanciato due campagne su Twitter e Facebook gli hashtag “Ich bin berliner” (Sono berlinese) e “Muslim against terror” (Musulmani contro il terrore). Dobbiamo sconfessare l’estremismo. In Germania gli islamici radicali sono meno dell’uno per cento. Anche uno solo, però, è troppo».