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Il caso. A Hong Kong 14 attivisti sono stati condannati per sovversione

Anna Maria Brogi giovedì 30 maggio 2024

Condannati per cospirazione sovversiva, rischiano l'ergastolo. È pesante il verdetto di un tribunale di Hong Kong nei confronti di 14 attivisti per la democrazia, nel caso giudiziario più importante da quando quattro anni fa la Cina varò la legge sulla sicurezza nazionale per reprimere il dissenso. Tra il 2019 e il 2020 il centro finanziario internazionale - che è regione amministrativa speciale cinese dal 1997, dopo un secolo e mezzo di controllo britannico - era stato bloccato da enormi proteste che invocavano autonomia da Pechino nel nome della democrazia.

Gli imputati erano 47. Di loro, 16 avevano contestato le accuse mentre gli altri 31 si erano dichiarati colpevoli sperando di ottenere sentenze più miti. Tra loro ci sono figure di spicco del movimento di opposizione, compresi ex parlamentari e consiglieri distrettuali. Nella prima udienza, 14 sono stati condannati e 2 assolti. Lawrence Lau, uno degli imputati giudicati non colpevoli, ha assicurato che continuerà a sostenere il resto del gruppo: «Spero che tutti continuino a preoccuparsi per i nostri amici coinvolti in questo caso».

«Cospiravano per far cadere il governo locale»

Secondo l'accusa, i 47 imputati cospirarono per sovvertire il potere statale organizzando elezioni primarie non ufficiali come parte di un piano per formare una maggioranza nella legislatura, al fine di porre il veto sui bilanci governativi e costringere la leadership ad accogliere le richieste dei manifestanti e dimettersi. La condanna per «cospirazione finalizzata alla sovversione» vede nelle attività politiche degli attivisti una minaccia alla sicurezza nazionale. «Non leggeremo ad alta voce l'intero motivo del verdetto», ha detto il giudice Chan del tribunale di West Kowloon.

Secondo gli avvocati della difesa, la mini-costituzione di Hong Kong consentiva tali manovre e la questione era «puramente politica, non legale».

Il processo si è svolto senza giuria e i giudici sono stati scelti da un pool di giuristi selezionati personalmente dal governatore di Hong Kong John Lee.

Proteste fuori dal tribunale, c'è anche Nonna Wong

Fuori dal tribunale la Lega dei socialdemocratici - una delle poche voci di opposizione rimaste a Hong Kong - ha tentato di organizzare una piccola protesta. «Vogliamo solo esprimere la nostra opinione, la polizia ci stia ostacolando: Hong Kong dovrebbe continuare a essere un luogo con libertà di espressione e di riunione», ha detto Chan Po-ying, che è anche la moglie di uno degli imputati: Leung "Capelli Lunghi" Kwok-hung.

Anche la nota attivista Alexandra Wong, conosciuta come Nonna Wong, ha tentato di inscenare una protesta prima che la polizia la spostasse dall'altra parte della strada in un'area recintata. «Liberate immediatamente i 47!» gridava, sventolando una bandiera britannica: «Sostenete la democrazia, sostenete i 47!».

L'altolà di Pechino al mondo: affari interni, basta interferenze

Il caso è stato seguito da vicino dalla comunità internazionale, con i diplomatici dei consolati di Gran Bretagna, Francia, Unione Europea e Italia che si sono presentati in tribunale.

Nel giorno in cui è arrivata la sentenza, la Cina ha chiesto a chi dall'estero critica le leggi sulla sicurezza di «smettere di interferire». «Consigliamo ai singoli Paesi e ai politici di affrontare la realtà con fermezza, di mantenere una posizione obiettiva e imparziale e di smettere immediatamente di interferire negli affari di Hong Kong e negli affari interni della Cina», ha detto il portavoce dell'ufficio del ministero degli Esteri cinese a Hong Kong.

L'Australia ha espresso «forti obiezioni» e ha promesso di portare ai «più alti livelli» il caso di un suo cittadino che risulta interessato. «Siamo profondamente preoccupati per i verdetti emessi oggi», ha detto il ministro degli Esteri Penny Wong, «incluso un verdetto di colpevolezza per il cittadino australiano Gordon Ng».

Il consolato generale britannico ha detto all'agenzia Afp che «il governo del Regno Unito è stato chiaro nell'esprimere la nostra preoccupazione per l'erosione di un'opposizione politica significativa a Hong Kong».

In risposta agli arresti nel 2021, gli Stati Uniti avevano sanzionato sei funzionari cinesi e di Hong Kong.

Prima di oggi, 114 persone erano state giudicate colpevoli di crimini legati alla legge sulla sicurezza nazionale, ma il caso contro il gruppo dei 47 è il più corposo.