Israele. Le 138 luci di Hanukkah per gli ostaggi: che cosa significa
La grande Hanukkiah in "Piazza degli ostaggi" a Tel Aviv: una candela per ogni israeliano prigioniero di Hamas
Giovedì sera in Israele si è accesa la prima candela di Hanukkah. E a Tel Aviv, in “Piazza degli ostaggi”, per la prima volta nella storia del popolo ebraico, si sono illuminate, nella “Festa delle luci”, 138 candele: una per ognuno degli israeliani ancora prigionieri a Gaza. Le loro famiglie, da oltre due mesi, sono accampate qui, in questo spazio davanti al Museo d’arte, per far sentire la propria voce. E in occasione di questa celebrazione hanno cantato all’unisono l’inno israeliano, l’HaTikvah (La Speranza), confidando che si compia il miracolo di Hanukkah: che possano tornare tutti a casa, gli ostaggi e i soldati al fronte.
Quest’anno gli otto giorni di Hanukkah saranno diversi da tutti gli altri. Quella che di solito viene celebrata come una delle ricorrenze più gioiose, ricca di eventi festosi per i bambini, si svolgerà con modalità più raccolte. E la maggior parte delle attività verranno dedicate ai 200.000 sfollati del Paese che ancora, dopo il massacro del 7 ottobre, attendono di rientrare nelle loro case. Se e quando ci potranno tornare: perché i kibbutz del sud sono stati devastati dalla ferocia di Hamas, e ancora non si sa quando potranno essere ripristinati. Tra le varie iniziative, la Nassima Landau Art Foundation ha organizzato una raccolta fondi grazie ad alcuni dei più prestigiosi artisti israeliani (dopo numerose cancellazioni dall’estero) che esporranno il loro lavoro: il ricavato dalle vendite andrà a sostenere la ricostruzione della Galleria di arte contemporanea del Kibbutz Be’eri. I sopravvissuti stanno accendendo le candele di Hanukkah lontano da casa. E, come loro, i soldati.
Dall’inizio della guerra, sono 90 i caduti. Tra di loro c’è il figlio di Gadi Eizenkot, ex Capo di Stato Maggiore e oggi membro del Gabinetto di Guerra. Come ricordato ieri durante i funerali, Gal – 25 anni, gli ultimi dei quali dedicati allo studio della medicina – durante il suo servizio da riservista aveva curato i civili siriani trovati feriti alla frontiera con Israele. Sulla pagina Facebook di Yair Lapid è stata pubblicata una foto di padre e figlio che si abbracciano sul confine con Gaza, dove hanno scelto di andare dopo il 7 ottobre. «Padre e figlio. Entrambi soldati. Entrambi arrivati quando ne avevamo bisogno, per fare quello che dovevano fare – ha commentato il leader dell’opposizione –. Il destino di un intero Paese in un abbraccio». Parole che sottolineano la forza di Israele e del popolo ebraico. Che cerca speranza nelle luci di Hanukkah in questi giorni bui di guerra e di dolore.
Un soldato accende la prima luce di Hanukkah in una postazione militare sul fronte di Gaza - ANSA